Dopo aver individuato i livelli di prestazione, possiamo trovarci di fronte a difficoltà tecnico-economiche ad applicare la soluzione conforme imposta dal Codice.
Nel volume L’approccio ingegneristico nel codice di prevenzione incendi 2.0di Filippo Battistini e Gianluca Galeotti, edito da Maggioli Editore, si riportano utili considerazioni per ogni singola strategia al fine di capire se e dove può essere applicato l’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio.
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Ricordando al lettore che questo non può essere considerato la panacea di tutti i mali. Ricordando la struttura del Codice, suddiviso in 10 distinte strategie, si riportano di seguito brevemente alcune linee guida per individuare i potenziali benefici nella progettazione.
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Reazione al fuoco
Occorre valutare se la nostra attività è caratterizzata da materiali di rivestimento e/o di facciata non conformi alla soluzione conforme.
Può essere necessario dimostrare che nella configurazione esaminata questi possano essere mantenuti in opera o perché non vi è un reale aggravio della sicurezza oppure perché una volta valutato, si propongono misure compensative, quantitative e validate. Può essere utile questo tipo di valutazione ad esempio in edifici storici e/o vincolati, sui quali è sempre difficile intervenire in merito alle finiture a causa di vincoli che vanno oltre il panorama normativo antincendio.
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Resistenza al fuoco
Dai magazzini alle aree logistiche, passando dai magazzini, la problematica maggiore di queste attività è sicuramente la resistenza al fuoco delle strutture. Il motivo è chiaro: importanti quantità di combustibile possono dare origine ad incendi di notevole entità.
Molto spesso queste strutture sono in acciaio, perché nate con altro scopo e convertite negli anni, oppure perché lo si sceglie come indirizzo tecnico anche sulle nuove realizzazioni.
L’acciaio è noto per la sua scarsa resistenza al fuoco, ma tale nomea è data principalmente dal fatto che generalmente la verifica è eseguita con la curva di incendio nominale ISO 834. Una sollecitazione estremamente severa rende una struttura in acciaio non protetta, a malapena certificabile R15.
Non da meno sono però gli edifici in cemento armato, che contenendo armature in acciaio, sono anch’essi soggetti a degradamento delle resistenze ed effetti del secondo ordine non trascurabili. Particolare attenzione è da fare nelle strutture con armatura precompressa, in quanto in fase di riscaldamento la pretensione venendo meno, modifica lo stato tensionale e resistivo dell’elemento portante.
Detto ciò, quando abbiamo problemi ad ottenere i requisiti R della soluzione conforme (chiaramente, in stile FSE, non stiamo considerando l’applicazione di protettivi) è sicuramente d’obbligo valutare la soluzione alternativa. Questa è sicuramente una delle strategie che meglio beneficiano di tale metodo.
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Compartimentazione
Non limitiamoci al concetto di compartimentazione interna e separazione verso altre attività adiacenti. Con il Codice sono stati evidenziati giustamente anche gli aspetti di separazione verso ambiti della stessa attività e/o attività limitrofe in quanto il fenomeno dell’irraggiamento è sicuramente non trascurabile. Quando ci accingiamo ad applicare la soluzione conforme abbiamo già due metodi proposti, il primo tabellare (estremamente conservativo) ed il secondo analitico (conservativo).
Non sempre con quello analitico possono risolversi i problemi ed è per questo che può essere interessante valutare tramite la soluzione alternativa la reale sollecitazione radiativa sul bersaglio, in funzione dell’incendio di progetto individuato.
Stessa considerazione è eseguibile all’interno della stessa attività. Spesso con buone condizioni al contorno, è possibile limitare la propagazione interna predisponendo opportune distanze di separazione interna tra i depositi di materiale, valutandone le componenti radiative e di surriscaldamento dei fumi.
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Esodo
Andiamo subito al dunque, uno degli aspetti più vincolanti del Codice sono le vie di esodo verticali da minimo 1200 mm, indipendentemente dall’affollamento. L’altro aspetto possono essere i corridoi ciechi ed il numero minimo di vie di esodo indipendenti.
Questa è un’altra strategia in cui si hanno i maggiori benefici in termini di soluzione alternativa. È quindi doveroso valutare l’approccio ingegneristico prima di prevedere ulteriori scale di emergenza esterne e/o bizzarre compartimentazioni dei corridoi.
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Gestione della sicurezza antincendio
Non possiamo dire assolutamente che le prescrizioni di questo capitolo sono caratterizzate da una soluzione alternativa con approccio ingegneristico, tutt’altro questa è una sezione che in caso di metodo ingegneristico necessita di essere implementata con misure specifiche, dalla gestione al controllo ed alla manutenzione.
Controllo dell’incendio
Partendo dal presupposto che non è possibile tenere in considerazione nessun impianto di tipo manuale nella modellazione di incendio, è sicuramente molto importante ed efficace considerare gli effetti di uno di tipo automatico, sia che esso sia a controllo o soppressione, e sia che esso utilizzi acqua o altro come sostanza estinguente.
I benefici sono massimi, a patto di validare l’efficacia dell’impianto stesso. L’attività ne beneficia in modo decisamente maggiore rispetto ad un semplice coefficiente nel calcolo del carico di incendio. Quando abbiamo necessità di prevedere un impianto di protezione attiva, è estremamente consigliata la valutazione con approccio ingegneristico.
Rivelazione ed allarme dell’incendio
Una strategia in cui l’approccio ingegneristico si inserisce in modo collaterale. La rivelazione automatica è spesso alla base delle pratiche di prevenzione incendi con soluzioni alternative, tramite di esse inoltre è possibile valutare i tempi di attivazione dell’impianto ottimizzando alcune soluzioni di layout, salvo comunque rispettare le normative tecniche vigenti.
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Controllo di fumi e calore
Una strategia che crea non pochi problemi nei piani interrati delle attività. Spesso infatti non si riescono a garantire sufficienti superfici di smaltimento fumo richieste dalle soluzioni conformi. In questo caso, tramite l’approccio ingegneristico, è possibile in primo luogo valutare se, già allo stato di fatto, ci siano le condizioni minime di smaltimento, evitando quindi costose opere di adeguamento, oppure può diventare un ottimo supporto per ottimizzare impianti di evacuazione sia di tipo naturale che meccanico.
Ottimi risultati si ottengono con gli impianti di estrazione fumo di emergenza.
Operatività delle squadre di soccorso
Rappresenta una situazione estremamente delicata e pericolosa per le squadre VVF, pertanto con l’approccio ingegneristico si possono valutare le condizioni per i soccorritori, ma a parere degli autori non si propongono analisi avanzate al fine di ridurre i margini di sicurezza (anche se ridondante) di tale strategia, per il rispetto dei ruoli e l’ammirazione nei confronti delle squadre operative VVF.
Impianti tecnologici e di servizio
In questa strategia l’approccio ingegneristico entra in modo collaterale, infatti è possibile utilizzarlo su particolari situazioni come ad esempio i pannelli fotovoltaici, quando non rispettano le lettere circolari di riferimento, e/o quando è necessario valutare il comportamento di determinati impianti in caso di incendio.
Per saperne di più, continua a leggere dal volume
L’approccio ingegneristico nel codice di prevenzione incendi 2.0
Il volume presenta dunque le metodologie semi-prestazionali delle soluzioni conformi e fornisce maggiori strumenti di condivisione per le soluzioni alternative.
Se da una parte il materiale didattico, normativo e letterale abbonda, con testi italiani di grandissimo spessore internazionale, rimane sempre poco trattata la parte operativa del metodo antincendio in Italia.
Quest’opera è un testo, che vuole e deve essere necessariamente utilizzato solo dopo aver acquisito le nozioni teoriche necessarie a padroneggiare l’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio.
Nel manuale, infatti, sono riportati gli aspetti pratici e pragmatici, inquadrati nella realtà odierna e calibrati per la pratica lavorativa del professionista.
Filippo Battistini
Ingegnere civile, socio dello studio di Ingegneria FSE PROGETTI, si occupa di progettazione antincendio. Specializzato in approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio è iscritto al Ministero come professionista antincendio, è anche docente formatore in corsi sulla sicurezza per addetti antincendio.
Gianluca Galeotti
Ingegnere, socio dello studio di Ingegneria FSE PROGETTI, da molti anni segue con particolare interesse la prevenzione incendi. Iscritto al Ministero come professionista antincendio ha maturato oltre 10 anni di esperienza soprattutto nell’ambito dell’approccio ingegneristico alla progettazione antincendio, è anche consulente tecnico d’ufficio del tribunale di Vicenza.
Filippo Battistini, Gianluca Galeotti, 2021, Maggioli Editore
28.00 € 26.60 €
Foto:iStock.com/Lucas Ninno