La sicurezza antincendio è un aspetto cruciale nella progettazione e nella realizzazione degli edifici. Le normative europee impongono requisiti stringenti per garantire che le costruzioni non rappresentino un pericolo per le persone, gli animali e i beni, tutelando al contempo l’ambiente.
In particolare, il Regolamento UE 305/2011 stabilisce i criteri fondamentali affinché le opere edili siano conformi agli standard di sicurezza e durabilità, assicurando la protezione degli occupanti e degli operatori durante tutto il ciclo di vita dell’edificio.
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Sicurezza antincendio nelle costruzioni: il quadro normativo
Tra i sette requisiti fondamentali previsti dal regolamento europeo, la sicurezza in caso di incendio riveste un ruolo di primaria importanza. Gli edifici devono essere progettati per:
- mantenere la stabilità strutturale per un determinato periodo di tempo in caso di incendio;
- limitare la propagazione di fiamme e fumi all’interno e all’esterno della struttura;
- consentire l’evacuazione sicura degli occupanti;
- agevolare l’intervento delle squadre di soccorso.
In tale contesto, uno degli aspetti chiave della prevenzione incendi è la classificazione dei materiali da costruzione in base alla loro reazione al fuoco, secondo la norma EN 13501-1. Questo standard suddivide i materiali in Euroclassi (da A1, incombustibile, a F, prestazione non determinata), considerando anche la produzione di fumi (parametro “s”) e il gocciolamento di particelle incandescenti (parametro “d”).
Protezione dal fuoco esterno: l’importanza della classificazione Broof
Coperture, tetti e terrazzi rappresentano le aree più vulnerabili di un edificio in caso di incendio, poiché le fiamme tendono a propagarsi verso l’alto e possono essere alimentate dai materiali presenti sul tetto. Inoltre, il rischio di innesco può derivare da fonti esterne, come tizzoni e detriti trasportati dal vento o incidenti legati agli impianti fotovoltaici. Per questo motivo, la norma EN 13501-5 definisce le classificazioni relative al comportamento al fuoco esterno di tetti e coperture, basandosi su quattro metodologie di prova stabilite dalla UNI ENV 1187: prova t1, prova t2, prova t3, prova t4, le quali corrispondono a quattro diversi scenari di pericolo di incendio.
Il comportamento al fuoco esterno di tetti e coperture non dipende soltanto dal comportamento alla combustione della superficie esposta, la copertura stessa del tetto, ma anche dalle caratteristiche di diversi componenti del tetto, come la natura e lo spessore di isolanti e sistemi impermeabilizzanti, barriere antivapore e relativi elementi di supporto, sistemi di fissaggio dei componenti, incollaggi o fissaggi meccanici.
Il livello di resistenza massimo è identificato dalla certificazione Broof, che garantisce la migliore protezione contro gli incendi esterni. Questa prestazione è particolarmente rilevante nelle normative comunitarie, soprattutto per i tetti destinati all’installazione di impianti fotovoltaici.
Impianti fotovoltaici e rischio incendio: normative e precauzioni
L’installazione di pannelli fotovoltaici su coperture edili non rientra automaticamente tra le attività soggette a controlli di prevenzione incendi (D.P.R. 151/2011). Tuttavia, se il sistema FV è integrato in un edificio già soggetto a tali controlli, è necessaria una verifica aggiuntiva per valutare il potenziale aggravio del rischio incendio.
A supporto di questa analisi, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha pubblicato due documenti tecnici di riferimento:
- guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici Edizione Anno 2012 (Protocollo n. 0001324 del 07/02/2012);
- chiarimenti alla guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici Edizione Anno 2012 (protocollo n. 0006334 del 04/05/2012).
Secondo tali linee guida, gli impianti devono essere installati evitando la propagazione di fiamme dal generatore fotovoltaico alla copertura, ad esempio mediante:
- l’uso di superfici incombustibili come supporto;
- l’interposizione di uno strato resistente al fuoco (EI30, Euroclasse A1);
- la verifica delle caratteristiche di reazione al fuoco del tetto.
Le coperture classificate Broof (t2, t3, t4) sono considerate adeguate per l’installazione di pannelli FV in Classe 2 o equivalente in termini di reazione al fuoco.

Sistemi impermeabilizzanti a prova di Broof
Le coperture prive di una certificazione antincendio adeguata possono essere portate al livello Broof mediante sistemi impermeabilizzanti innovativi, testati da laboratori accreditati dal Ministero dell’Interno o da enti riconosciuti nell’Area Economica Europea (SEE).
In questo contesto, le membrane liquide impermeabilizzanti rappresentano una soluzione efficace per riqualificare coperture esistenti senza la necessità di smantellare i vecchi strati impermeabili. I vantaggi di questi sistemi includono:
- applicazione diretta su superfici preesistenti (membrane bitume-polimero, manti sintetici, rivestimenti vari);
- creazione di uno strato continuo e flessibile, senza giunzioni;
- resistenza agli agenti atmosferici, inclusa la grandine (in conformità alla norma EN 13583:2012).

Icobit: soluzioni all’avanguardia per la sicurezza e l’impermeabilizzazione
Icobit Italia offre una gamma di sistemi impermeabilizzanti liquidi in grado di soddisfare i più elevati standard di sicurezza e prestazione, tra cui:
- Icoper multiuso: membrana continua colorata in emulsione acquosa;
- Keep dry: innovativa dispersione poliolefinica colorata ad alta performance.
Entrambi i sistemi, in conformità alla EN13501-5 “Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione – Parte 5: Classificazione in base ai risultati delle prove di esposizione dei tetti a un fuoco esterno”, sono classificati con la prestazione massima B realizzata con tre diversi scenari di pericolo incendio Broof (t1, t2, t4).
Un ulteriore vantaggio è la versatilità di applicazione: i prodotti Icobit possono essere posati a rullo, pennello o spray airless, con una resa giornaliera fino a 1000 m² per squadra di due operatori.
Tali sistemi sono inoltre conformi alla UNI 11928-1:2023 “Prodotti applicati liquidi per impermeabilizzazione”, resistono ai raggi UV e al ristagno dell’acqua e risultano dunque ideali per impermeabilizzazioni dirette su nuove superfici e/o per il recupero e il ripristino di supporti esistenti evitando interventi complessi e dispendiosi.
Grazie a queste caratteristiche, le membrane liquide Icobit rappresentano la soluzione ideale per migliorare la sicurezza al fuoco delle coperture, offrendo al contempo un’efficace protezione impermeabiile.

Per saperne di più
icobit.com