La nostra esperta Lisa De Simone risponde alle domande poste dagli utenti sulle detrazioni fiscali in edilizia.
Il quesito analizzato questa settimana è il seguente: “La banca con cui ho già effettuato primo SAL 110 per unifamiliare mi concede la remissione in bonis per crediti pagati nel 2022 che verranno portati per il SAL fine lavori. La fine lavori è stata data in marzo. La pratica ENEA può essere datata ora ad aprile? O doveva comunque essere datata entro il 31 marzo? La banca non mi sa dare una risposta. Le sarò grata se volesse darmi un suo parere alla luce degli ultimi sviluppi”.
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La questione posta questa settimana è di strettissima attualità dato che la possibilità di approfittare della remissione in bonis per la comunicazione della cessione del credito è stata formalizzata meno di un mese fa, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della legge di conversione del decreto 11/2023, cosiddetto blocca cessioni, in vigore dall’11 aprile scorso.
Possiamo così fare il punto sulla questione che è relativa esclusivamente ai rapporti tra Fisco e contribuenti.
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A cosa serve la remissione in bonis
La remissione in bonis è necessaria per comunicare all’Agenzia delle entrate la cessione del credito per le spese del 2022 ad una banca o a Poste spa, sulla base di un contratto firmato dopo il 31 marzo 2023, data di scadenza originaria per la comunicazione.
L’Agenzia consente di utilizzare questo strumento per regolarizzare il mancato rispetto della scadenza di marzo, inviando la comunicazione entro il prossimo 30 novembre. Sono quindi interessate solo le spese del 2022, non quelle sostenute nel 2023, per le quali i termini per la comunicazione scadono il 16 marzo 2024.
Per consentire al contribuente di effettuare la remissione in bonis la banca deve solo comunicare l’accettazione del credito.
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Termine lavori e diritto alla detrazione
Com’è noto il blocco dell’accettazione delle pratiche per la cessione del credito è scattato nel novembre dello scorso anno in seguito ad una serie di sequestri di crediti da bonus fiscali effettuate dalla Guardia di finanza a fronte di lavori inesistenti. La cessione del credito, infatti, è un’opzione alternativa all’uso diretto in dichiarazione della detrazione maturata per le spesse opere edilizie.
Per quel che riguarda il Superbonus in particolare, la legge consente di cedere il credito sulla base dei diversi stati di avanzamento dei lavori, debitamente asseverati dal tecnico, ma chi acquista il credito per essere al riparo da qualunque contestazione ed evitare di essere chiamato a rispondere il solido con il contribuente, ossia per evitare di vedersi congelato il credito, si deve assicurare che i lavori siano effettivamente stati portati a termine.
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Le date e le scadenze
Nello specifico in merito al lavori a cavallo di più anni, l’Agenzia delle entrate ha più volte chiarito che ai fini del Superbonus l’opzione per lo sconto in fattura o la cessione del credito, alla luce del contenuto dell’art. 121 comma 1 bis del decreto Rilancio, è possibile a condizione che il SAL si riferisca ad almeno il 30% dei lavori complessivi, “non rilevando la circostanza che detta percentuale si riferisca ad interventi realizzati in periodi diversi di imposta”.
Resta fermo ovviamente l’obbligo di completare i lavori per poter cedere l’ultimo SAL. Quindi nel caso specifico è corretto che l’istituto di credito voglia assicurarsi che l’intervento sia stato realmente concluso, anche a fronte dell’acquisto del credito per le spese del 2022. In questo modo, infatti, si tutela da qualunque possibilità di contestazione, dal momento che è stato rispettato il requisito fondamentale dell’esecuzione dei lavori.
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Asseverazione per le spese del 2022
Per quel che riguarda nello specifico la comunicazione all’ENEA, dal momento che ha accettato il primo SAL evidentemente era tutto in regola, anche per quel che riguarda l’invio dell’asseverazione. In caso contrario l’istituto di credito non avrebbe provveduto a versare la somma richiesta. Quindi il quesito si pone relativamente alla comunicazione all’ENEA di fine lavori per un cantiere che si è chiuso al 31 marzo scorso.
Il questo ora è: cambia qualcosa visto che la comunicazione di cessione per le spese del 2022 si può inviare fino al 30 novembre? No, in realtà non cambia nulla, dato che l’asseverazione di fine lavori deve essere inviata, appunto a chiusura del cantiere, e questo indipendentemente dal fatto che si intenda usufruire dell’opzione per la cessione del credito, oppure si voglia utilizzare la detrazione direttamente.
Quindi se il cantiere è stato chiuso nello scorso mese di marzo, per il termine di invio della comunicazione all’ENEA relativa al SAL di fine lavori dovrà necessariamente tener conto di questa data per far partire il conteggio. In ogni caso visto che il primo SAL è stato accettato e quindi la pratica portata avanti correttamente, potrà rivolgersi al tecnico che si occupa delle asseverazioni per avere tutte le indicazioni operative anche per quel che riguarda i rapporti con la banca, ovvero, nel caso di ulteriore dubbio di natura strettamente tecnica relativo all’asseverazione già inviata, lo stesso professionista potrà ottenere chiarimenti dall’ENEA facendo riferimento, appunto, al numero della pratica in questione.
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