Superbonus al 90% solo per le villette prima casa nel 2023, e solo per le famiglie con redditi di riferimento fino a 15 mila euro, calcolati sulla base del nuovo quoziente familiare, come prevede il testo del decreto Aiuti quater che ha rimesso mano, per l’ennesima volta, alle norme del decreto Rilancio.
Ma come si calcola in concreto il reddito d riferimento? Chi potrà davvero usufruire del Superbonus, anche se con aliquota ridotta?
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Vediamo nel dettaglio come funziona il quoziente familiare introdotto dal governo.
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Solo redditi niente patrimoni
Diversamente dall’Isee, che tiene conto anche dei patrimoni, compresi, quindi i depositi bancari, il nuovo quoziente familiare si calcola sulla base dei redditi complessivi del nucleo familiare.
In dettaglio infatti la norma precisa che il reddito di riferimento è calcolato facendo la somma dei redditi complessivi posseduti nell’anno precedente da contribuente, coniuge del contribuente o partner dell’unione civile o convivente, e familiari a carico diversi dal coniuge, e dividendo il totale per un numero di parti determinato secondo la seguente tabella:
Numero di parti | |
Contribuente | 1 |
Se nel nucleo familiare è presente un coniuge, il partner dell’unione civile o il convivente | si aggiunge 1 |
Se nel nucleo familiare sono presenti familiari diversi da coniuge, partner o convivente che nell’anno precedente sono risultati a carico in numero pari a: | |
un familiare | si aggiunge 0,5 |
due familiari | si aggiunge 1 |
tre o più familiari | si aggiunge 2 |
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Redditi medi e dichiarazioni Irpef
Il reddito medio Irpef di un italiano è risultato nel 2020 pari a 21.570 euro, sulla base dei dati ricavati dalle dichiarazioni Irpef del 2021. Se però andiamo a vedere non la media ma l’ammontare dei redditi effettivamente dichiarati, è risultato che circa il 44% dei contribuenti è risultato nella prima fascia di tassazione Irpef, ossia ha dichiarato fino ai 15 mila euro.
Una coppia senza figli con questa tipologia di redditi ha quindi diritto ad accedere al Superbonus.
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Conti in tasca alla famiglia
Se però consideriamo chi guadagna un po’ di più, e quindi rientra nella fascia media, e andiamo ad applicare le regole previste per il reddito di riferimento, vediamo per prima cosa che una coppia senza figli nella quale entrambi i componenti del nucleo familiare lavorano e arrivano quindi ad un reddito complessivo di circa 43 mila euro, non ha diritto ad Superbonus.
E neppure se ha un figlio solo, in quanto dividendo la somma dei redditi complessivi per 2,5 si arriva ad un importo di 17.200 euro, superiore quindi alla soglia ammessa, seppure di poco.
Se invece la somma dei redditi dei coniugi è inferiore al doppio del reddito medio, per cui ad esempio il marito supera i 22 mila euro l’anno ma la moglie resta entro i 15 mila, quindi con un totale di circa 37 mila euro, si rientra nella soglia di riferimento di 15 mila euro. Dividendo 37 mila per per 2,5 (contribuente, coniuge e un figlio) otteniamo infatti un reddito di riferimento pari a 14.800 euro.
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Con tre figli reddito familiare fino a 60 mila euro
Il meccanismo appena visto chiaramente premia le famiglie più numerose, o comunque le famiglie che non hanno un solo figlio. Quando si hanno due figli a carico, infatti, il numero di parti per la divisione ammonta a tre, e quindi si rientra nella soglia di riferimento quando si ha un reddito familiare fino ai 45 mila euro l’anno.
Se poi i figli arrivano a tre si rientra con un reddito complessivo fino a 60 mila euro, dato che 60.000 diviso quattro corrisponde appunto a 15 mila euro. Fin qui il testo.
Non sono esclusi, però, ulteriori chiarimenti che arriveranno con la relazione del governo al provvedimento.
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Un fondo per favorire l’avvio dei lavori
Intanto però il decreto contiene una misura di sostegno per favorire i lavori di chi rientra nei limiti di reddito. Lo stesso decreto, infatti, prevede l’istituzione di Fondo nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, di ammontare ancora da decidere, a supporto degli interventi di Superbonus. I criteri e le modalità di ripartizione del Fondo sono determinati con decreto del Ministro dell’economia che dovrà essere adottato entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto.
Il fondo sarà finanziato con i risparmi dovuti al taglio dell’aliquota e alla riduzione del numero di contribuenti ammessi all’agevolazione.
>> Scarica il testo dell’articolo 119 Decreto Rilancio, integrato al Decreto Aiuti 4 <<
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