Il disegno di legge delega al Governo in materia di contratti pubblici approvato dal Consiglio dei Ministri n. 26/2021 del 30 giugno 2021 e trasferito nell’atto Senato 2330/2021 contiene alcuni elementi sui quali è utile e necessario fare alcune considerazioni ad integrazione di quelle esposte in un precedente aggiornamento del mese di luglio 2021.
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La prima valutazione sullo stato di attuazione del disegno di legge e dell’intera rivisitazione che si è resa necessaria per il codice dei contratti è relativa ai tempi di conclusione del processo che, al momento, è in attesa dell’approvazione da parte dei due rami del parlamento e che sarà seguita da un periodo di sei mesi entro i quali dovrà essere adottata la nuova disciplina dei contratti pubblici.
Sulla base dell’Analisi di Impatto della Regolamentazione (AIR) svolta sono state identificate una serie di criticità che hanno pesantemente e negativamente condizionato la richiesta semplificazione del quadro normativo attualmente in vigore, generando delle situazioni di rallentamenti delle procedure attivate per la realizzazione degli interventi.
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Le problematiche maggiori della normativa vigente
L’inefficace sistema di norme costruito intorno al d.lgs. 50/2016 (ad oggi ancora privo di un regolamento attuativo) trova origine in un velleitario convincimento che il settore dei contratti pubblici non si dovesse più governare con poche norme (decreto di recepimento + regolamento), come accaduto fino al periodo 2006-2016, ma dovesse strutturarsi con un nodo centrale (il decreto legislativo di recepimento della direttiva europea) sostenuto da un sistema di “soft law” costituito da una serie di decreti attuativi, linee guida e provvedimenti interpretativi (ormai superiori ai 150 atti) che hanno generato confusioni sostanziali tra la normazione di primo e di secondo livello, spesso al di fuori dei criteri basilari di propedeuticità applicativa.
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Quanto fosse generica e disorganica quella visione è confermato dal fatto che ad oggi, lo strumento attuativo di maggiore rilevanza, il regolamento, non è stato ancora emanato ed è rimasto bloccato da 5 anni oltre al fatto che continuiamo ad assistere alla stratificazione di decreti, linee guida ANAC giunte alla terza versione come risultato di un sistema di norme che potrebbe modificarsi all’infinito.
L’atto 2330 del Senato identifica le maggiori criticità estratte da rilevazioni eseguite sulle gare effettuate dall’ANAS (sul grande volume di gare espletate):
Si ritiene utile specificare meglio il significato del divieto di gold plating che interessa una delle criticità di maggiore ampiezza che ha caratterizzato la normativa esistente. Questa pratica, di fatto, consiste nell’introduzione o mantenimento di livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive, come definiti dall’art. 14, commi 24-ter e 24-quater, della legge 28 novembre 2005, n. 246 (Semplificazione e riassetto normativo per l’anno 2005).
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Il nuovo intervento normativo
“L’obiettivo principale che si pone l’intervento normativo è soprattutto quello di fornire agli operatori del settore testi normativi caratterizzati da regole chiare e sintetiche attraverso una drastica riduzione e razionalizzazione delle norme in materie di contratti pubblici ponendo, in tal modo, fine all’ipertrofia legislativa e la conseguente ipertrofia documentale che ha subito la disciplina degli appalti pubblici negli ultimi anni. …” (sintesi dell’Analisi di Impatto della Regolamentazione contenuta nell’atto Senato 2330/2021).
La centralità del monitoraggio
Durante tutta la fase di attuazione di un intervento, l’attività di monitoraggio assume un ruolo di fondamentale importanza in quanto produce i seguenti effetti:
• analizza e fornisce indicazioni per migliorare tutte le procedure in attuazione;
• evidenzia tempestivamente le criticità consentendo la loro eliminazione;
• fornisce nuovi strumenti di gestione e controllo delle procedure sotto analisi;
• consente una verifica “sul campo” dei dispositivi di legge e della loro efficienza;
• riduce i tempi delle procedure e ottimizza i costi di attuazione e gestione dell’intervento.
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La trasversalità degli obiettivi e la corretta declinazione delle criticità dovrebbe garantire un efficace orientamento della costruzione di un quadro normativo realmente rispondente alle necessità del settore che costituisce un elemento determinate nell’economia generale del Paese.
Al momento si può solo sperare che la solidità degli indirizzi possa trovare adeguate capacità nei soggetti che verranno chiamati a ricomporre un quadro normativo atteso da anni.
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Foto: iStock.com/Vesnaandjic