Superbonus. Che fine farà la detrazione ora che il governo è caduto? C’è qualche rischio per chi sta portando avanti i lavori? Che fine faranno i crediti incagliati? Una soluzione per questi ultimi potrebbe arrivare a breve.
Eventuali ulteriori modifiche invece spetteranno al governo che nascerà dopo le elezioni.
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Il disbrigo degli “affari correnti”
L’attuale Governo resta operativo solo per gli “affari correnti”. Nella lettera inviata da Draghi ai ministri tra i provvedimenti che dovranno comunque essere portati avanti in questi due mesi prima del voto ci sono quelli collegati all’attuazione del PNRR e del PNC, Piano Nazionale Complementare al PNRR.
In sostanza il governo dovrà occuparsi della messa a punto dei decreti attuativi delle leggi delega già approvate o in via di approvazione in Parlamento legati al PNRR, per evitare di perdere i fondi europei. Per questo tra l’altro è confermato l’esame della delega fiscale e del disegno di legge sulla concorrenza.
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Il decreto legge con le misure urgenti in materia di semplificazioni fiscali
Ma tra i provvedimenti all’esame del Parlamento c’è anche il decreto sulle semplificazioni fiscali. Si tratta di un testo nel quale il Parlamento ha provato a inserire nelle scorse settimane diversi emendamenti proprio per sbloccare la questione della cessione dei crediti.
Questa potrebbe essere la vota buona, visto che lo stesso Draghi ha detto che “Per quanto riguarda le misure per l’efficientamento energetico e più in generale i bonus per l’edilizia intendiamo affrontare le criticità nella cessione dei crediti fiscali, ma al contempo ridurre la generosità dei contributi“.
Per quel che riguarda la riduzione delle aliquote chiaramente non è ipotizzabile un intervento da parte del governo dimissionario. Potrebbe invece farsi carico dello sblocco dei crediti incagliati. E per questo il decreto semplificazioni potrebbe essere lo strumento giusto.
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Il decreto Aiuti e le norme contraddittorie
L’unico intervento da fare in questo caso sarebbe quello di intervenire sul decreto Aiuti che al momento contiene una norma contraddittoria che sta ancora bloccando tutto. Nel corso dell’esame del provvedimento è stato aggiunto un comma 1-bis all’art. 14 in materia di Superbonus, nel quale si precisa che le norme che consentono alle banche di cedere i crediti alle partite IVA si applicano anche alle comunicazioni inviate prima dell’entrata in vigore della legge di conversione del decreto stesso.
I parlamentari si sono però dimenticati di cancellare il comma 3 dell’art.57 dello stesso decreto che stabilisce che queste disposizioni “ si applicano alle comunicazioni della prima cessione o dello sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate a partire dal 1° maggio 2022”. Quindi di fatto se non si cancellano queste disposizioni non si risolve il problema perché i crediti incagliati sono proprio quelli precedenti al 1° maggio ossia alla data di entrata in vigore delle disposizioni sul bollino di identificazione.
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Le Entrate ancora in attesa
Anche per questo, peraltro, ancora non ci sono documenti ufficiali che sbloccano la piattaforma di cessione del credito. L’Agenzia delle entrate aveva annunciato in una nota, a giugno, che avrebbe aggiornato la piattaforma a partire dal 15 luglio, ossia dopo la conversione in legge del decreto Aiuti.
Al momento però non c’è nessun provvedimento del Direttore dell’Agenzia che annuncia novità.
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