Pubblicata in Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea la Direttiva Case Green, ovvero la Direttiva (UE) 2024/1275, che entrerà in vigore il 29 maggio 2024.
La direttiva promuove il miglioramento della prestazione energetica degli edifici e la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra provenienti dagli edifici all’interno dell’Unione con la finalità di ottenere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050, in riferimento a: le condizioni locali, le condizioni climatiche esterne, le prescrizioni relative alla qualità degli ambienti interni, l’ efficacia sotto il profilo dei costi.
La direttiva prima di essere approvata ha subito revisioni ed è stata limata dopo osservazioni e proposte presentate dai diversi Pesi europei. Il testo inziale è stato rivisto e ammorbidito in modo da essere affine alle peculiarità immobiliari di ciascun Stato membro. Il risultato è un testo finale significativamente più flessibile rispetto alla sua bozza originale.
L’approvazione definitiva della direttiva EPBD 4 è avvenuta il 12 aprile 2024, Italia e Ungheria hanno votato contro, Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute.
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FORMATO CARTACEO
Progettare e costruire case green
Questo testo tecnico, aggiornato alla recente Direttiva EPBD (c.d. Case Green), fornisce informazioni su come si progetta e si costruisce una casa green, dalle fondazioni al tetto. L’opera è strutturata in capitoli, che fanno riferimento alle singole parti componenti costruttive dell’edificio, come le fondazioni, le pareti, il tetto, i solai, ecc.Gli elementi costruttivi e i materiali sono analizzati distinguendo le loro componenti bioedii e sostenibili, considerando che i due termini non sono sinonimi dello stesso concetto. Rappresenta il più recente e completo tentativo di sistematizzazione delle conoscenze, delle tecniche e dei materiali rappresentativi di un approccio “green” all’edilizia.Ma la bioedilizia non è semplicemente “l’arte del costruire secondo natura”. Come evidenzia l’Autore: La casa green, come ogni altra forma costruttiva, è basata su mediazioni, ovvero sull’accettazione anche di quei materiali e quelle tecnologie non propriamente derivati dalla natura, ma che costituiscono una conditio sine qua non, perché non hanno una valida alternativa “naturale” e quindi sono indispensabili al raggiungimento di uno scopo preciso.Operare green o in bioedilizia non vuol dire quindi rifiutare ed escludere a priori i materiali di sintesi, ad esempio, ma, al contrario, ottimizzarne l’uso.L’opera, quindi, per la sua completezza, il rigore scientifico e la trattazione mai astratta, guida il lettore in un appassionante percorso tecnico ed etico per imparare a progettare e costruire case sostenibili, green ed ecologiche.Roberto Sacchiarchitetto libero professionista, titolare dello studio Cultura&Ambiente, consulente CasaClima ed esperto in ecologia dell’architettura, con esperienza ultratrentennale nello studio dei materiali e degli isolanti in edilizia. Co-fondatore dell’INDEP (Istituto Nazionale di Diagnostica e Patologia Edilizia), dal 2005 svolge attività di docenza al Master Polis Maker del Politecnico di Milano.
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Ondata di ristrutturazioni e nuovo Bauhaus europeo
Con il Green Deal europeo, il 14 ottobre 2020 la Commissione ha presentato la strategia per l’ondata di ristrutturazioni nella sua comunicazione del 14 ottobre dal titolo «Un’ondata di ristrutturazioni per l’Europa: inverdire gli edifici, creare posti di lavoro e migliorare la vita».
La strategia prevede un piano d’azione con misure normative, finanziarie e di sostegno concrete per i prossimi anni e persegue l’obiettivo di raddoppiare, quanto meno, il tasso annuo di ristrutturazioni energetiche degli edifici entro il 2030 e di promuovere le ristrutturazioni profonde, il che comporterà la ristrutturazione di 35 milioni di unità immobiliari entro il 2030 e la creazione di posti di lavoro nel settore edile.
Contribuirà anche a realizzare l’iniziativa del nuovo Bauhaus europeo che intende favorire una società più inclusiva facilitando la formazione, la creazione di reti e fornendo orientamenti ad architetti, studenti, ingegneri e progettisti in base ai principi di sostenibilità, estetica e inclusione.
Revisione e abrogazione della direttiva 2010/31/UE
La revisione della direttiva 2010/31/UE è uno dei passi necessari per realizzare l’ondata di ristrutturazioni.
Nel documento si legge che la direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio ha subito varie e sostanziali modifiche e poiché si rendono necessarie nuove modifiche, a fini di chiarezza è opportuno procedere alla sua rifusione.
Ricordiamo che la direttiva 2010/31/UE è nata con la finalità di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici nell’ambito dell’Unione europea (UE), tenendo conto delle varie condizioni climatiche e locali e stabilisce i requisiti minimi e un quadro comune per il calcolo delle prestazioni energetiche. A seguito di una revisione della sua attuazione, la Direttiva 2010/31/UE è stata modificata nel 2018 dalla Direttiva (UE) 2018/844.
La direttiva 2010/31/UE verrà abrogata a decorrere dal 30 maggio 2026.
In arrivo il passaporto di ristrutturazione e novità per l’APE
Si legge nella direttiva che entro il 29 maggio 2026, gli Stati membri introducono un sistema per i passaporti di ristrutturazione. Gli Stati membri possono consentire che il passaporto di ristrutturazione sia redatto e rilasciato contestualmente all’attestato di prestazione energetica.
Il passaporto di ristrutturazione è digitale e sarà rilasciato da un esperto qualificato o certificato, a seguito di una visita in loco.
Novità per l’APE che entro il 29 maggio 2026 dovrà essere conforme al modello presente all’allegato V. Esso specifica la classe di prestazione energetica dell’edificio su una scala chiusa che usa solo le lettere da A a G. La lettera A corrisponde agli edifici a emissioni zero e la lettera G corrisponde agli edifici con le prestazioni peggiori del parco immobiliare nazionale al momento dell’introduzione della scala.
Tuttavia sono previste deroghe per chi, al 29 maggio 2026, designa già gli edifici a emissioni zero come «A0». Inoltre, gli Stati membri possono definire una classe di prestazione energetica A + corrispondente agli edifici la cui soglia massima per il consumo energetico è inferiore di almeno il 20 % rispetto alla soglia massima per gli edifici a emissioni zero e che generano in loco, ogni anno, più energia rinnovabile rispetto alla loro domanda totale annua di energia primaria.
Per gli edifici esistenti ristrutturati per rientrare in classe A+, gli Stati membri garantiscono che il GWP nel corso del ciclo di vita sia stimato e reso noto nell’attestato di prestazione energetica dell’edificio.
L’attestato digitale di prestazione energetica è rilasciato: per gli edifici o le unità immobiliari quando sono costruiti, sottoposti a ristrutturazione profonda, venduti o locati ad un nuovo locatario o il cui contratto di locazione è rinnovato; per gli edifici esistenti di proprietà pubblica o occupati da enti pubblici.