Un vetro triplo è sempre meglio di un vetro doppio?
Il controtelaio non serve?
Il PVC fa male?
Il mondo dell’edilizia, oltre alle sue patologie fatte di pratiche del passato, molto difficili da estirpare, è caratterizzato da una serie di luoghi comuni, vere e proprie leggende metropolitane che orbitano attorno ai serramenti.
Le leggende metropolitane sono condivise sia da alcuni serramentisti, che da chi si avvicina
all’acquisto dei nuovi infissi. Spesso le troviamo confermate anche sul web, negli articoli meno accurati riguardo a materiali e corrette pratiche di posa in opera. Si passa da considerazioni errate sul davanzale passante all’idea che le qualità del prodotto possano essere trasferite in automatico nel serramento installato, senza considerare il montaggio.
Lo zampino ce l’hanno anche i venditori, che puntano spesso a presentare un prodotto come soluzione ad ogni problema, senza considerare il contesto edilizio. Le leggende sono tante; motivo della loro diffusione sono anche decenni di “cattiva edilizia”, dove l’attenzione alle prestazioni in opera e alle qualità e congruità dei prodotti di posa è stata poca.
Vediamo allora come sfatare tre falsi miti e quali sono le risposte alle domande di apertura che Massimiliano Aguanno e Daniele Cagnoni argomentano nel volume Infissi e serramenti: danni e difetti, edito da Maggioli Editore, dal quale è estratto questo articolo.
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Un vetro triplo è sempre meglio di un vetro doppio?
Un’idea molto diffusa è che il triplo vetro sia sempre meglio di un vetro doppio. Se vogliamo vederla in ottica prettamente tecnica, in questa leggenda metropolitana c’è un fondo di verità. A livello di prestazioni, il triplo vetro è solitamente superiore al doppio vetro.
Permette quasi sempre di ottenere:
- maggiore isolamento acustico a livello di vetro;
- maggiore isolamento termico;
- maggiore resistenza alle effrazioni.
Come detto, però, si tratta di un’analisi puramente tecnica, che non considera l’utilizzo del vetro in una casa abitata, dove le esigenze non si limitano al maggior numero di lastre per vetrocamera, altrimenti ci basterebbe creare vetri a quattro o cinque strati per risolvere ogni criticità. Un triplo vetro può dare prestazioni molto importanti; deve però essere valutato nel contesto dove lo andiamo a installare.
In alcuni casi può essere superfluo, appesantendo il budget senza una necessità particolare. In altre situazioni, il triplo vetro può essere poco indicato anche a livello prestazionale. Più lastre infatti, oltre ad appesantire il serramento, lasciano passare un po’ meno luce.
Caso limite è quello della sostituzione del vetro. Montare un triplo vetro su un infisso che nasce magari con un vetro monolitico significa appesantire oltre misura i meccanismi, con criticità praticamente certe.
La leggenda del triplo vetro si basa quindi su un’analisi superficiale dell’infisso e delle sue prestazioni in opera. Per quanto sulla carta un triplo vetro offra prestazioni migliori, serve sempre trovare il giusto equilibrio e la vetratura migliore per ogni infisso, valutando stanza per stanza le esigenze del progetto.
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Il controtelaio non serve?
Quello del controtelaio è un argomento che si presta a innumerevoli voci di corridoio e alle peggiori leggende metropolitane. Il controtelaio viene spesso considerato un costo in più; un elemento superfluo di cui possiamo fare tranquillamente a meno. La risposta a questa leggenda è abbastanza complessa. Vediamola punto per punto.
Per prima cosa, è importante sapere che esiste la possibilità di posare gli infissi anche senza controtelaio. Questa pratica è molto diffusa in Nord Europa, la troviamo anche da noi, in particolare nel caso di una sostituzione. Posare gli infissi senza controtelaio si può, necessita però di una progettazione specifica e dell’utilizzo di prodotti adatti a questa operazione.
Ma allora è vero che il controtelaio non serve?
No. Il controtelaio è un elemento estremamente utile, in particolare nel caso di una nuova costruzione, dove fa da guida alle diverse maestranze che si occuperanno dei lavori in cantiere. Rispetto ai controtelai metallici del passato, forse sarebbe stato preferibile non utilizzarli affatto.
I controtelai in metallo sono ponti termici per antonomasia, causa di innumerevoli criticità. Oggi le cose sono cambiate e la tecnologia ci viene incontro con prodotti dalle prestazioni eccellenti. Abbiamo a disposizione elementi altamente ingegnerizzati che permettono di creare una solida base per la posa in opera dell’infisso.
Il controtelaio monoblocco isolante ne è un esempio perfetto. Il controtelaio non è quindi una spesa in più, ma un elemento fondamentale per ottenere infissi installati in modo corretto con i loro accessori. Nelle nuove costruzioni e in presenza di cappotto termico, questo elemento diventerà sempre di più uno standard. Gli stessi paesi del Nord stanno iniziando ad utilizzarlo nell’installazione dei nuovi infissi.
In conclusione:
- installare gli infissi senza controtelaio si può, e in alcuni casi può essere anche indicato; un esempio è la sostituzione degli infissi dove togliamo un vecchio controtelaio malridotto;
- il controtelaio, in particolare il monoblocco isolante, è diventato uno strumento prezioso nell’edilizia, che ci permette di garantire un risultato ottimale nella posa, e di guidare l’impresa edile.
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Il PVC fa male?
Altro mito da sfatare è quello del PVC che fa male.
L’idea diffusa è che il PVC, in quanto materiale plastico, faccia male alla salute…Affermazione che possiamo condividere, ma solo in alcuni casi; anche in questo caso, la verità sta un po’ nel mezzo.
Il PVC è un materiale rivoluzionario per la costruzione degli infissi. Possiamo considerarlo il legno “plastico” per le sue caratteristiche uniche, l’isolamento termico naturale e le possibilità che ci mette a disposizione. Questo materiale, molto utilizzato nelle case moderne, subisce però la piaga dei prodotti a basso costo, molto più di altri.
I profili realizzati in PVC scadente, privo di certificazioni, o con processi produttivi poco sicuri, possono infatti contenere piombo e cadmio, materiali cancerogeni e insalubri, da evitare assolutamente. Questa situazione si presenta in particolare quando si scelgono infissi con poca consapevolezza, senza un chiaro tracciamento del prodotto e della produzione.
I migliori marchi di serramenti in PVC sono consapevoli di questa situazione e si impegnano da sempre a produrre profili salubri e all’interno di una filiera controllata e certificata. Scegliere infissi in PVC certificati secondo le normative di riferimento dà la sicurezza di ottenere dei prodotti salubri, che non contengono sostanze nocive.
Anche l’aspetto ecologico non si può trascurare. Ancora una volta, scegliere i marchi leader del settore ci dà maggiori garanzie di riciclabilità del prodotto e di controllo delle emissioni nella sua produzione.
In conclusione, la leggenda metropolitana che orbita intorno al PVC è una mezza verità. Confermo che gli infissi in PVC low cost possono fare male ed è importante evitarli, soprattutto se non presentano certificazioni chiare.
Quando si sceglie questo materiale per i propri infissi, è fondamentale puntare solo al meglio che ci propone il mercato, facendo sempre attenzione alle certificazioni riportate.
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Infissi e serramenti: danni e difetti
L’opera si rivolge ai progettisti, ai direttori dei lavori, alle imprese edili e agli operatori di cantiere, offrendo una guida pratica completa, corredata da 150 immagini commentate, che illustrano le patologie edili legate ai serramenti, provenienti per lo più dall’esperienza degli Autori.
Il manuale tratta, nelle oltre 200 pagine che lo compongono, di normative e gestione del foro finestra con un focus sulle caratteristiche dei prodotti e su come è cambiata la posa in opera dei serramenti con la UNI 11673.
Sono approfondite le tipologie di serramento combinate con oscuranti e accessori e la loro gestione sia in caso di nuova installazione che in sostituzione.
Ma non solo.
Il libro affronta gli interventi di installazione e sostituzione, i problemi che possono verificarsi e come è possibile prevenirli.
Gli Autori analizzano anche gli “errori comuni”, proponendo check-list dedicate a progettazione e installazione e “leggende metropolitane” che orbitano intorno al mondo dei serramenti, sfatando qualche mito e confermando altri.
Il cuore del manuale è ovviamente dedicato alle patologie del serramento: cosa le causa e come è possibile evitarle.
Completa l’opera una analitica disamina del controtelaio, dei materiali e dei loro difetti per sapere cosa serve per avere serramenti garantiti, del vetro (tipologie e caratteristiche termo-acustiche) e dell’installazione, ossia delle corrette pratiche di posa in opera dei serramenti.
Gli Autori sviluppano tutto ciò con esempi pratici e indicazioni specifiche per sostituzioni e nuove installazioni.
Massimiliano Aguanno
Amministratore di Lema Serramenti, Geometra, docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie-infissi, Operatore termografico II livello – UNI 9712, Posatore certificato EQF4 – UNI 11673 e membro del Comitato Tecnico UNI/CT 033/GL 12 “Finestre, porte, chiusure oscuranti e relativi accessori”.
Daniele Cagnoni
Titolare di Diemme Infissi, docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie-infissi, docente Legno Legno per la qualifica EQF4 sulla posa in opera degli infissi, Professionista per la posa degli Infissi di Qualità Casaclima e membro del Comitato Tecnico UNI/CT 033/GL 12 “Finestre, porte, chiusure oscuranti e relativi accessori”.
Leggi descrizione
Massimiliano Aguanno, Daniele Cagnoni, 2022, Maggioli Editore
31.00 € 29.45 €
Foto:iStock.com/Rawf8