(di D. Cagnoni) La carente prestazione termica è una delle problematiche più diffuse che incontriamo in presenza di infissi datati e nuove installazioni non performanti.
L’aspetto termico deve essere curato a più livelli, con attenzione alle prestazioni degli infissi, alla posa in opera e al vano murario, da predisporre sempre in modo corretto. Se uno di questi elementi non viene curato a dovere, ci potremmo trovare a combattere contro patologie di difficile risoluzione.
>> Vorresti ricevere approfondimenti come questo? Clicca qui e iscriviti alla newsletter di Patologie Edilizie
Le prestazioni termiche viaggiano sempre a braccetto con: tenuta all’aria, tenuta all’acqua, tenuta al vento e con le specifiche di isolamento dei giunti e del prodotto > ne abbiamo parlato meglio in questo articolo <
Approfondiamo quali sono le principali patologie termiche degli infissi e come possiamo risolverle o mitigarle.
Leggi anche: Cosa si intende per Patologia Edilizia, e perché è importante
Dispersioni termiche, condensa e muffa
I problemi termici degli infissi portano a disperdere il calore che accumuliamo in casa, determinando discomfort, costi elevati in bolletta e un maggiore fabbisogno energetico per l’edificio.
Uno degli effetti più evidenti delle criticità termiche è il proliferare della muffa; dico evidente perché visivamente ci accende più di un campanello d’allarme.
>> Muffe e ponti termici: tipologie e normativa di riferimento per la verifica
Serve fare una premessa. Condensa e muffa sono spesso causate da un’elevata umidità nella casa. L’umidità eccessiva può essere determinata da un ricambio d’aria non corretto o da particolari situazioni ambientali (vicinanza a corsi d’acqua, posizionamento dell’abitazione).
>> Umidità in casa. Gli obblighi e le pratiche da seguire per evitarla
L’eccesso di umidità rende la casa insalubre ed è di per sé una criticità da risolvere. I problemi termici negli infissi e nel vano murario, tendono ad esacerbare la situazione, creando terreno fertile per la formazione di muffe nocive. La condensa avviene infatti sulle superfici più fredde quando queste entrano in contatto con aria umida e calda.
Abbiamo poi il caso delle abitazioni con cappotto termico dove i ponti termici diventano un’anomalia in un contesto ben coibentato. Ci troviamo così al classico caso di “nuovi e infissi e formazione di muffe” che necessiterebbe una trattazione specifica. A tempo debito ne parleremo.
Potrebbe interessarti: Collegamento infissi e cappotto. Attenzione ai dettagli di progetto e di posa
Le principali criticità termiche degli infissi
I problemi termici degli infissi riguardano sia le installazioni datate (dove troviamo le maggiori criticità) che le nuove installazioni. Le cause possono essere divise in 3 categorie:
- caratteristiche tecniche dell’infisso;
- posa in opera non corretta;
- criticità e ponti termici non mitigati nel vano murario.
Infissi poco prestanti, magari molto datati, possono diventare un vero e proprio elemento di dispersione per l’involucro edilizio. Le principali criticità sono:
- vetri monolitici o vetrocamere di vecchia generazione che non isolano correttamente e risultano freddi;
- vecchi infissi in alluminio a taglio freddo con una trasmittanza termica elevata;
- infissi senza guarnizioni e chiusure adeguate che portano a dispersioni e dislivelli nella temperatura.
Abbiamo poi le criticità dovute a una posa in opera eseguita in modo non conforme e magari carente alle basi, senza progetto di disposizione infissi. Ecco alcuni esempi:
- assenza di progettazione dei giunti di posa;
- problemi di tenuta con fessure che lasciano passare aria;
- mancato isolamento termico dei giunti dovuto a prodotti di posa errati o male utilizzati.
Il vano murario si può considerare il cuore delle criticità termiche. Proprio in questo elemento troviamo i più importanti ponti termici, aree di continuità con l’esterno che risultano più fredde creando uno squilibrio nell’involucro edilizio. Ecco alcune delle situazioni che possiamo incontrare:
- davanzale passante: davanzale unico, privo di taglio termico e non isolato;
- marmi nei quattro lati: presenza di marmi non isolati che fanno da ponte termico;
- controtelaio metallico: vecchi controtelai metallici non isolati.
Leggi anche: Risanamento energetico: come riconoscere le trasmittanze di pareti esistenti?
Come possiamo intervenire
La risoluzione di queste problematiche punta a mitigare i ponti termici presenti, risolvendo eventuali criticità dovute a spifferi e dispersioni. Eliminare i ponti termici è quasi impossibile. Il nostro compito è quello di riconoscerli e lavorare per mitigarli.
Di fronte a infissi datati servirà valutare con attenzione le condizioni del prodotto, la tenuta e le guarnizioni, considerando una possibile sostituzione. Potrebbe inoltre essere necessario ripristinare il vano murario e rimuovere o isolare eventuali controtelai metallici.
In particolare in presenza di vecchi infissi con vetri non performanti, la soluzione più efficace rimane la sostituzione completa. Se ci limitiamo ad installare un nuovo vetro sul vecchio telaio, i risultati non saranno ottimali col rischio di andare incontro ad ulteriori problematiche.
Per le criticità dovute a una sostituzione recente o nuova installazione dobbiamo verificare la presenza di eventuali difformità nel prodotto. Nella maggior parte dei casi il problema si concentra però nella posa in opera e nelle mancate predisposizioni del vano murario.
Un caso da manuale è un infisso molto prestante posato su un vecchio controtelaio che mantiene tutte le criticità del passato. Dobbiamo fare molta attenzione a questo passaggio perché risulta delicato e necessita di ampia progettazione.
Per migliorare le prestazioni termiche degli infissi servirà:
- mitigare eventuali ponti termici utilizzando prodotti isolanti;
- migliorare termica e tenuta dell’infisso nel caso di problematiche tecniche (a volte anche solo registrare correttamente le cerniere ci permette di ottenere un vantaggio);
- chiudere fessure e dispersioni nei raccordi utilizzando sigillanti adeguati.
Da non trascurare è poi il cassonetto degli avvolgibili. Un cassonetto non isolato lascia passare aria; si verifica una perdita di calore e si formano aree più fredde intorno agli infissi. Servirà sempre valutare le condizioni del cassonetto isolandolo o sostituendolo in base alla condizioni.
Guarda la video lezione gratuita:
Danni e difetti di infissi e serramenti: prevenirli e correggerli
Conclusioni
Le patologie termiche degli infissi sono tra le problematiche più diffuse nell’edilizia, causa di dispersioni, muffa e condensa. Le troviamo soprattutto nelle vecchie installazioni ma non mancano sostituzioni recenti o nuove installazioni molto critiche.
Il momento che viviamo in edilizia, potrebbe far emergere molte complicazioni future. La furia di chiudere cantieri e il continuo variare di materiali a causa della carenza, si potrebbero trasformare in problematiche di difficile risoluzione.
Come ho detto, i problemi possono essere legati all’infisso, al modo in cui è stato installato e alle condizioni del vano murario. In presenza di vecchi infissi la soluzione ottimale è la sostituzione. Possiamo comunque intervenire migliorando le prestazioni.
Nel caso di nuovi infissi con criticità, servirà individuare e intervenire su ponti termici irrisolti e dispersioni dovute a una errata posa in opera. Vanno considerati anche eventuali difetti nel prodotto.
Consigli
Dovessi fare una check-list per evitare la maggior parte delle problematiche e delle future patologie edili, la farei così:
1. Analisi e scelta del prodotto, basandosi sulle caratteristiche previste da progetto, considerando tutte le prestazioni:
a. termica
b. acustica
c. aria/acqua/vento
d. statica (fissaggio)
e. studio ombreggiamento
2. Disegno/disposizione di posa degli infissi, basandosi sul contesto attuale, o sul progetto del contesto in cui ci troveremo durante la costruzione:
a. disegno del controtelaio
b. disposizione di posa
c. materiali di posa
d. accessori correlati
3. Verifica delle lavorazioni con effettiva direzione dei lavori in cantiere. L’artigiano deve essere sempre supportato da un progettista che dirige i lavori:
a. verifiche predisposizione muraria
b. verifiche installazione e materiali di posa
c. verifiche di fine lavori
d. collaudo
4. Manutenzione nel tempo. Ogni prodotto ha bisogno di manutenzione per mantenere le prestazioni anche nel tempo. Questo vale anche per eventuali sigillature che possono deteriorare e che inficiano sulla tenuta complessiva di prodotto e posa.
5. Ultimo punto, ma sarebbe alla base, coinvolgimento dello staff progettuale con quello operativo. Il lavoro di squadra offre grandi garanzie sul risultato complessivo e il cliente finale ne trarrà il massimo beneficio.
L’articolo è di Daniele Cagnoni (Diemme Infissi®), docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie- infissi, docente Legno Legno per la qualifica EQF4 sulla posa in opera degli infissi e professionista per la posa degli Infissi di Qualità Casaclima.
Da non perdere
Sei interessato alle patologie edilizie e vorresti saperne di più? Non perdere il Corso di alta formazione sulle patologie edilizie organizzato da The PLAN e International Campus (con il contributo incondizionato di Maggioli).
Un programma formativo indirizzato ai tecnici pubblici e privati, interessati a comprendere e interpretare la formazione e la presenza di danni e difetti nelle opere edili, al fine di prevenirne la comparsa e/o di ripristinare il manufatto edilizio.
Il corso si sviluppa su 4 moduli formativi fruibili come formazione completa:
- modulo I – 5 giornate di formazione sui danni e difetti dell’involucro edilizio;
- modulo II – 5 giornate di formazione sui danni e difetti di materiali e sistemi edilizi;
- modulo III – 2 giornate di formazione sugli aspetti legali, di responsabilità e sulla CTU legati alle patologie edilizie;
- modulo IV – 5 giornate di formazione su danni e difetti delle strutture in c.a. e acciaio.
>> Scopri il programma completo del corso <<
Consigliamo
Difetti nella progettazione acustica degli edifici
Renzo Sonzogni, 2021, Maggioli Editore
Come si limita il rumore di calpestio alle basse frequenze? Come si realizza un solaio garantendo che al piano sottostante non sia assolutamente udibile il rumore da calpestio? E ancora, come si tiene conto in fase di progetto della perdita nel tempo dell’efficienza dei…
Disturbo da rumore e isolamento acustico nelle abitazioni
Giorgio Campolongo, 2019, Maggioli Editore
Il testo chiarisce che il recente comma 746 della legge di bilancio 2019, che vorrebbe cambiare il limite della tollerabilità delle immissioni di rumore nelle abitazioni (art. 844 codice civile), in realtà non cambia affatto il limite che rimane 3 dB sul rumore di fondo L95….
Foto:iStock.com/Jean-philippe WALLET