Le contaminazioni fungine non sono tutte uguali. La maggior parte dei clienti pensa che la muffa possa essere rimossa strofinando, carteggiando o vaporizzando una soluzione, a volte (mi è capitato) che alcuni clienti pensassero di trattarla come se fosse dello sporco sui muri. In realtà la muffa così “primitivamente” chiamata non è sporco, ma un essere vivente saprofita.
Osservandola sul supporto murale visivamente, sembrerebbe tutta uguale, al massimo è possibile notare una colorazione diversa, ma non sappiamo veramente che tipologia di miceto è presente sul nostro supporto.
È vero che apparentemente poco interessa e che deve essere rimossa in tempi brevi per garantire una salubrità ambientale, in quanto la sua presenza rilascia micotossine, dannose per il nostro organismo.
Vediamo meglio di seguito come riconoscere che tipo di muffa è presente sul supporto e quali sono le condizioni che favoriscono la diffusione.
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FORMATO CARTACEO
Muffe e condense negli edifici
La nuova edizione del volume Muffe e condense negli edifici viene incontro alla crescente necessità di comprensione di queste fastidiose patologie degli edifici che stannodiventando man mano più subdole e pervasive.Sempre più spesso le persone accusano dei problemi di salute a causa dell’umidità eccessiva oppure per aver respirato a lungo le pericolose spore finemente disperse nell’aria.Non si contano poi le liti legali, anch’esse sempre più frequenti, a causa appunto di muffe e di condense che si sviluppano nelle abitazioni, purtroppo anche in quelle nuove appena acquistate.Rispetto all’edizione precedente, questo volume si presenta arricchito con numerose spiegazioni di fenomeni poco conosciuti e con degli ulteriori casi di studio reali dove il lettore ha la possibilità di interpretare correttamente la corrispondenza fra la teoria e la pratica.Sono stati inoltre spiegati i criteri di base che devono essere rispettati per la ventilazione meccanica degli ambienti confinati.La crescente necessità di rendere gli edifici ermetici, dovuta alle sempre più stringenti leggi sull’efficienza energetica, tende a esaltare il problema.Se vengono a mancare i ricambi naturali, dovuti agli spifferi o ad altre varie infiltrazioni d’aria, ben difficilmente la sola apertura delle finestre una volta al mattino, potrà bastare a contrastare la formazione di muffe e condense.Per contro, le infiltrazioni eccessive di aria fredda che penetrano negli edifici riscaldati, sono spesso causa di abbassamento localizzato delle temperature superficiali, con la conseguente formazione di fenomeni condensativi.Essendo difficile capire il fenomeno, diventa ancora più difficile correggerlo in maniera adeguata.Questo agile testo intende fare un po’ di chiarezza, descrivendo le situazioni più ricorrenti a partire dalla osservazione degli effetti, individuandone le cause e in ultimo suggerendo i necessari correttivi.Nella stesura del volume si è cercato il più possibile di utilizzare un linguaggio chiaro e comprensibile, mantenendolo però rigoroso nei concetti, negli esempi e nella terminologia impiegata.Marco ArgiolasTecnico esperto in danni e difetti delle costruzioni specializzato nell’umidità in qualsiasi manifestazione. Svolge attività di ricerca tecnica e scientifica per lo sviluppo di prodotti innovativi contro l’umidità nelle costruzioni. Ha una conoscenza approfondita dei materiali e delle tecniche costruttive, teoriche e pratiche, sia in ambito civile che industriale.
Marco Argiolas | Maggioli Editore 2020
Come riconoscere il tipo di muffa?
Un’indagine microbiologica aiuta a comprendere il tipo di muffa presente, valutare il livello di contaminazione e pianificare interventi consapevoli.
A volte un trattamento inadeguato può rompere un equilibrio ed innescare fenomeni di deterioramento più accelerati.
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Quali sono le condizioni che favoriscono la diffusione delle muffe?
Il punto di rugiada è la temperatura alla quale l’umidità nell’aria si condensa sulle superfici fredde, causando la formazione di muffa. L’umidità dell’aria è misurata in grammi per metro cubo e una percentuale superiore al 60% potrebbe favorire la crescita di alcune colonie, andando a modificare oltre al comfort termico della location, anche la qualità dell’aria indoor.
Le muffe si nutrono principalmente di materiali organici come la carta, il legno e i tessuti e possono proliferare in presenza di polvere, ecc … trovando anche un substrato minimo su superfici non commestibili.
In ambienti molto umidi, la condensa dell’umidità, può favorire la formazione di spore di muffa, le quali possono rimanere nell’ambiente per un lungo tempo; adattandosi a condizioni ambientali diverse e possono essere presenti in varie specie a seconda dell’ambiente abitativo.
Le spore hanno la caratteristica di rimanere inattive per molto tempo, sino a quando non si creano le condizioni perfette per la loro germinazione.
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Come individuare il giusto biocida?
Quando ci troviamo davanti ad una contaminazione importante, si rende utile effettuare prelievi accurati su diverse zone e profondità, oppure eseguire un saggio con Bio-Tape e relativa piastra di Petri con terreno di coltura Agar Sabouraud, noto come (SDA) avente un Ph di circa 5/6 al fine di migliorare la crescita, eseguendo successivamente un monitoraggio a 5 e 10 giorni d’incubazione, in modo da poter definire quale biocida o in alternativa quale EOs impiegare.
In commercio sono disponibili una quantità di biocidi validi, a mio parere, bisogna solamente identificare quello più idoneo, o quello al quale il miceto, risulta essere meno resistente. La sua resistenza è data, dalla profondità delle Ife (radici) penetrate all’interno delle micro-cavità del supporto, dal tempo di permanenza, ecc… è anche vero che esistono biocidi ad ampio spettro, ma penso (a prescindere dal brand) che sia più prudente impiegare un prodotto mirato. Pertanto l’identificazione delle colonie di muffa e la prova dei biocidi permettono di prendere decisioni mirate per la sanificazione dell’ambiente contaminato.
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Come è composta la muffa?
Muffa pluricellulare. L’unità costitutiva della muffa è l’ifa. L’Ifa è filamentosa e può essere di varie tipologie:
- asettata;
- settata;
- mono;
- pluri-nucleata.
Le ife crescono formando ciuffi compatti, chiamati micelio. Il micelio si compone di due parti:
- aerea funzione riproduttiva;
- vegetativa a contatto con il substrato, la quale ha funzione trofica.
Dalle ife aeree possono formarsi spore dette conidi (spore asessuate, cioè non derivate dalla fusione di gameti). Queste risultano essere resistenti alla disidratazione, mentre i conidi permettono la diffusione del fungo.
I conidi conferiscono il caratteristico aspetto polveroso alle muffe così come le vediamo crescere sui supporti murali.
Tra le specie più allergeniche possiamo trovare, l’Aspergillus, il Penicillium, l’Alternaria e il Cladosporium.
Queste tipologie di muffe non proliferano solo in spazi umidi come bagni soffitte e cantine, ma possono anche trovare condizioni favorevoli nel terreno all’esterno delle abitazioni, su foglie in decomposizione, ecc… La loro capacità di adattarsi e proliferare in svariate condizioni ambientali, li rende particolarmente insidiosi e tenaci ai trattamenti.
I fattori che regolano lo sviluppo di micotossine e le tipologie di funghi
I fattori che regolano lo sviluppo di micotossine sono:
- acqua/umidità;
- ossigeno;
- tempo;
- temperatura;
- Ph del supporto aggiunto al Ph rilasciato dalle ife.
Sono oltre 150 le specie di funghi che possono produrre micotossine e prevalentemente rientrano nei generi:
- Aspergillus;
- Penicillium;
- Fusarium;
- Alternata;
- Tricotecium.
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Come prevenire la formazione di muffa?
I miceti per svilupparsi richiedono la presenza di umidità nell’atmosfera e circa il 13% di quantità d’acqua sul substrato.
Le muffe sono microrganismi aerobi, anche se possono crescere con concentrazioni di O2 molto basse, basti pensare che è necessario solamente il 4% per dar loro una nuova vita. Inoltre dobbiamo tener conto che un miceto può sviluppare tossine diverse a temperature differenti, le alte temperature favoriscono lo sviluppo di Aspergillus, le basse temperature invece favoriscono lo sviluppo di Fusarium.
Pertanto non è possibile pensare di trattare un Aspergillus e un Fusarium allo stesso modo, in quanto risulta essere diverso il Ph rilasciato, oltre alla profondità d’insediamento delle loro ife sul supporto.
È importante ricordare, che la “muffa” anche quando è morta è un allergene, pertanto non basta solamente ucciderla, ma deve essere rimossa dal supporto mediante azione meccanica, così facendo siamo sicuri che non venga coperta alla
prossima tinteggiatura, la rimozione meccanica deve comunque avvenire dopo la sua corretta debellazione, (utilizzando sempre i DPI adatti), onde evitare di trasportare le sue spore su supporti non ancora contaminati, dato che le stesse hanno dimensioni di qualche micron.
Per prevenire la formazione di muffa è importante mantenere una corretta ventilazione dei locali, evitando ristagni di umidità, controllare eventuali perdite d’acqua e ripristinare eventuali infiltrazioni.
Cosa fare in caso di contaminazione severa?
In caso di contaminazione severa dei supporti è consigliato richiedere l’intervento di un professionista, (anche con l’aiuto di un laboratorio di microbiologia), che sappia trattare in modo adeguato la contaminazione biologica, con interventi di bonifica e deumidificazione per evitare di eseguire un trattamento superficiale non idoneo, danni alle superfici e rischi per la salute; basti pensare che la muffa, quando presente, è solamente uno degli elementi dell’inquinamento indoor.
Questo il mio impegno nella ricerca di biocidi mirati, atti a debellare la contaminazione dei supporti.