Fa scuola il modello Treviso, l’operazione finanziaria attraverso la quale l’ente ha acquistato da banche crediti di imposta per 14,5 milioni di euro derivanti da Superbonus ed altri bonus edilizi, da utilizzare in compensazione diretta dei propri oneri fiscali nel corso dei prossimi anni.
Ma ci sono anche altri enti che hanno deciso di intervenire per sbloccare i crediti incagliati, dando così la possibilità ad imprese, famiglie e professionisti di smuovere i crediti fermi e far ripartire il mercato dei bonus edilizi.
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Abruzzo, Campania, Piemonte, Puglia e Sardegna si stanno muovendo e la lista delle regioni, intenzionate a fare la loro parte, si allunga. Vediamo quali sono le azioni intraprese e le condizioni imposte per garantire le operazioni finanziarie.
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Sblocco crediti incagliati: le misure messe in atto dalla Sardegna
La Sardegna approva un emendamento alla Finanziaria regionale e, come spiegato attraverso un comunicato ufficiale dell’ente, le modalità di attuazione e le condizioni dell’acquisto dei crediti edilizi di bonus, superbonus 110% ed ecobonus saranno messe a punto con una delibera di Giunta dopo che la regione, attraverso la Finanziaria, ha messo a disposizione la propria capienza fiscale per acquistare i crediti, stimata potenzialmente in 40-50 milioni di euro al mese.
L’ente poi precisa quali sono le tre condizioni che la regione andrà a rispettare nell’operazione di acquisto dei crediti fiscali legati al Superbonus:
- acquistare solo ciò che si può portare direttamente a compensazione;
- avere certezza dei crediti, che dovranno essere certificati in un’ottica di legittimità dell’operazione, trasparenza e buon funzionamento della misura;
- conseguire un risparmio economico per l’Amministrazione derivante dal differenziale tra prezzo di acquisto e valore della compensazione effettiva.
La regione, inoltre, intende avviare un sistema di garanzie a carico di strumenti già in atto per garantire ulteriormente la negoziazione dei crediti tra soggetti privati, nel rispetto di quanto già stabilito dalle norme e dalle circolari dell’agenzia delle Entrate.
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Piemonte: la regione acquisirà crediti per 50 milioni di euro
Anche il Piemonte farà la sua parte e con un misura, inserita nella proposta della Legge di Stabilità 2023, si impegna ad acquistare crediti da banche e intermediari finanziari per 50 milioni di euro l’anno. La regione acquisirà i crediti tramite Finpiemonte, società finanziaria regionale a totale capitale pubblico.
Tra le condizioni imposte dalla regione, è necessario che i crediti provengano da lavori svolti in Piemonte e non siano soggetti a contenziosi e che l’operazione non generi costi per la Regione, difatti i crediti acquisiti andranno a compensazione degli oneri fiscali con lo Stato.
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Le proposte di Abruzzo, Campania e Puglia
Proposte di legge sono state presentate in: Abruzzo, Campania e Puglia.
In Abruzzo sono state presentate due mozioni e una proposta di legge al fine di: sostenere l’acquisto dei crediti, direttamente o attraverso gli enti regionali e società strumentali, per un loro utilizzo diretto in compensazione; e avviare forme di garanzie a favore di banche e istituti di credito per sostenere l’erogazione di finanziamenti verso le imprese in difficoltà finanziaria.
In Campania la proposta di legge prevede l’istituzione di un Fondo di circolazione dei crediti fiscali per ciascuno degli anni 2023,2024,2025, con una spesa di 100 milioni di euro. Previsto, inoltre, l’acquisto diretto dei crediti da parte della Regione stessa, dei suoi enti e società strumentali (compreso l’intero comparto sanitario).
Depositata anche in Puglia un proposta di legge in base alla quale la regione, dopo aver valutato la consistenza della propria capacità di compensazione annua mediante modello F24, mette a disposizione la propria capienza fiscale mediante la stipula con istituti di credito di uno specifico contratto, di durata pluriennale, che prevede l’acquisto annuale di crediti di imposta relativi a bonus edilizi dagli istituti di credito.
Tra le condizioni poste agli istituti di credito:
- certificazione controlli sull’affidabilità del credito;
- certificazione interventi affinché gli stessi siano stati realizzati da imprese con sede legale in Puglia e su immobili situati sul territorio regionale.
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