Il termine patologia edilizia può essere definito come lo studio sistematico delle anomalie e delle alterazioni dell’organismo edilizio, con l’obiettivo di comprenderne le cause attraverso la lettura dei sintomi, e conseguentemente stabilire la cura più adatta in funzione di quanto riscontrato.
In modo del tutto simile a ciò che avviene in ambito medico, esiste una precisa similitudine dove il medico sta al paziente così come il patologo edile sta all’edificio.
Sono importanti da analizzare e da valutare tutti gli aspetti dell’edificio/paziente, in funzione dell’età, dei materiali e sistemi che lo costituiscono, dell’uso per il quale è stato progettato e utilizzato, di ciò che ha subito nel corso del tempo e, non ultimo, le condizioni ambientali alle quali è permanentemente esposto.
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Patologia edilizia, le 3 D: Danni, Difetti, Degrado
Le 3 D della patologia edilizia sono i temi sui quali si concentra l’attività dello specialista, che riguardano i Danni, Difetti e il Degrado delle costruzioni. L’obiettivo è quello di individuare la presenza e l’evoluzione di meccanismi di danno per arrestarli appena possibile, stabilendo anche i più idonei sistemi correttivi.
In ultima analisi lo scopo del patologo edile è preferibilmente quello di evitare l’insorgenza delle 3 D per mezzo di opportune azioni preventive, piuttosto che di curare gli effetti delle azioni di danno e degrado subite dagli edifici.
Sempre più spesso a livello internazionale la “patologia edilizia” è ampiamente utilizzata non solo come espressione linguistica, ma proprio per definire l’approccio olistico alla comprensione degli edifici.
Un approccio che richiede la conoscenza dettagliata, ma soprattutto multidisciplinare, di come vengono progettate, costruite, utilizzate e modificate le costruzioni, nonché dei vari meccanismi di danno che si innescano nei materiali e nei sistemi edilizi in base alle sollecitazioni di esercizio e a quelle ambientali a cui sono sottoposte.
Ne deriva che, trattandosi di un processo di analisi multifattoriale, questo richiede una conoscenza più ampia e trasversale delle modalità di interazione fra l’edificio inteso come oggetto e le relazioni che si instaurano con le persone che lo utilizzano.
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Definizione di patologia e patologo edile
La prima definizione di patologia edile è stata data dall’AEEBC (Association of European Experts in Building and Construction) nel 1994 e riguardava tre distinte aree di interesse:
- identificazione, indagine e diagnosi dei difetti negli edifici;
- prognosi dei difetti diagnosticati e identificazione delle possibili soluzioni;
- definizione degli interventi di riparazione e correzione.
È evidente che la patologia edile, nel suo senso più ampio, riguarda principalmente i difetti e il degrado che a loro volta causano i danni, fornendo tutte le conoscenze e competenze necessarie per individuare i metodi correttivi più adatti e, laddove possibile i sistemi di prevenzione delle possibili patologie.
La patologia edile propone un approccio scientifico sistematico per individuare come e perché si è verificato un problema nell’edificio, e lo fa in modo obiettivo, per poter garantire un’indagine indipendente dal pregiudizio, identificando le cause che hanno determinato gli effetti osservabili.
Il patologo edile si occupa di ciò che è accaduto, di come e perché è successo, piuttosto che di attribuire una colpa. L’approccio del patologo è quello di accertare i fatti piuttosto che di attribuire responsabilità.
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Difetti costruttivi, costi e conseguenze
L’incidenza dei difetti costruttivi è enorme in termini di costi e di conseguenze. Secondo delle analisi condotte a livello internazionale, circa il 10% degli importi spesi nelle costruzioni può essere attribuito a difetti, di progettazione, di realizzazione e di produzione dei materiali e dei sistemi edilizi.
In Italia si stima una spesa causata dai difetti costruttivi che si aggira intorno ai 14 miliardi di euro all’anno. Inoltre, il costo del degrado ammonta a circa l’1% del valore dell’edificio all’anno.
Se si considera che il valore delle sole proprietà immobiliari private si aggira intorno ai 5.600 miliardi di euro, facilmente si raggiunge la somma di circa 56 miliardi di euro all’anno di perdita di valore degli edifici per effetto del degrado.
Lo studio della patologia edilizia è fondamentale per evitare la perdita di valore immobiliare degli edifici a vantaggio delle famiglie, dei proprietari e per la tutela dell’ambiente.
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