(di D. Cagnoni) Gli infissi ricoprono un ruolo fondamentale nell’ambito dell’involucro abitativo, insieme al tetto e alle pareti fanno parte dei tre elementi che confinano l’interno della casa dal fuori. Per questo riserviamo ad essi molte delle nostre attenzioni.
Sono anche i tre elementi dove si possono creare problemi di condensa e muffa. Ecco che andiamo ad approfondire insieme questo argomento, con un focus specifico sugli infissi.
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Condensa e muffa sono due delle criticità più complesse da gestire della vecchia e della nuova edilizia, in particolare quando i lavori sono conclusi e ci troviamo con la patologia in atto. Se parliamo di condensa e muffa “connesse agli infissi” possiamo quasi sempre imputare il problema a due principali problematiche:
- il primo problema è la connessione dei giunti di posa gestita in modo approssimativo,
- il secondo problema risiede nell’ambiente abitativo laddove si presenti un tasso di umidità troppo elevato che perdura anche per molto tempo.
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Quando parliamo di giunti di posa si intende la connessione di questi elementi:
- controtelaio-muro (giunto primario)
- telaio-controtelaio (giunto secondario)
Se invece parliamo dell’umidità ambientale, ci dobbiamo concentrare su questi punti:
● umidità non controllata che lavora sopra il 65%,
● temperatura interna gestita senza il controllo dell’umidità,
● scarso o non corretto ricambio dell’aria.
In questo report approfondiamo le cause di condensa e muffa in edilizia connesse agli infissi, quali precauzioni possiamo prendere e come possiamo intervenire quando il danno è fatto.
Approfondiremo in particolare questi elementi:
1. cause generali di muffa e condensa nell’edificio;
2. cause della muffa intorno e sopra gli infissi;
3. prevenzione di muffa e condensa nelle nuove costruzioni;
4. prevenzione di muffa e condensa nelle riqualificazioni energetiche;
5. perché le vecchie case con nuovi infissi sono più a rischio muffa;
6. importanza del ricambio d’aria nella gestione dell’umidità;
7. come possiamo mitigare le criticità esistenti.
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Quali sono le cause di muffa e condensa in edilizia
La condensa avviene quando una massa di aria calda e umida entra in contatto con una superficie più fredda. Ad esempio, se in un’abitazione la temperatura è di 20°, il tasso di umidità misurato è del 65% e la temperatura esterna è di 0°, i punti attorno alla finestra che risulteranno avere una temperatura inferiore a 13,2° presenteranno la formazione di condensa.
Il risultato è la formazione di gocce di umidità che bagnano le superfici e favoriscono la proliferazione di muffa. Questo problema si verifica soprattutto quando all’interno dell’edificio sono presenti elementi con temperature più basse che creano una discontinuità termica delle superfici.
Serve inoltre una condizione di umidità dovuta a scarso ricambio d’aria, pratiche errate o cause ambientali (vicinanza a corsi d’acqua, umidità esterna elevata). Oltre a danneggiare l’edificio e ad essere antiestetica, la muffa è nociva per la salute e va assolutamente evitata.
Indagini non distruttive, che possono essere eseguite pre e post intervento, potrebbero essere utili ad evitare problematiche di questo tipo. La strumentazione che abbiamo a disposizione al giorno d’oggi consente di eseguire indagini termografiche e rilevazione puntuale della temperatura superficiale.
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Perché si formano condensa e muffa intorno e sopra gli infissi
Analizzando in modo specifico infissi e vano murario, condensa e muffa possono verificarsi per tre principali ragioni:
1. presenza di ponti termici nel vano murario;
2. spifferi importanti nei giunti o nel cassonetto;
3. infiltrazioni d’acqua nei giunti e nella parete.
- I ponti termici sono elementi ad alta conduzione termica (controtelai metallici, marmo/pietra nel davanzale o nei quattro lati). Sono un punto di connessione tra esterno e interno che tende ad abbassare la temperatura delle superfici e dei materiali.
- Gli spifferi possono generare condensa e muffa lasciando passare aria e raffreddando aree specifiche. Un caso tipico è il cassonetto non coibentato che genera muffa tra parete e soffitto.
- Le infiltrazioni nel vano murario bagnano parete e infissi, creando un ambiente ideale per la muffa.
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Come intervenire mantenendo l’attenzione sulla connessione degli elementi
Il giunto infisso-parete, con controtelaio o senza, è sempre un punto molto delicato da trattare. La fase di collegamento di questi due elementi richiede molta attenzione e non deve essere generalizzata.
Quando lavoriamo su questo giunto dobbiamo partire dal concetto che stiamo congiungendo due elementi che hanno prestazioni completamente diverse. Se da un lato troviamo una parete di 40/50 centimetri di spessore, dall’altro troviamo il telaio della finestra che difficilmente supera i 10 centimetri di spessore.
Non finirò mai di riproporre questa immagine, che ci ricorda quanta differenza c’è tra i due elementi che andiamo a connettere e quanto sia importante una corretta progettazione.
La connessione di questi due elementi deve essere progettata a monte, considerando gli spazi a disposizione e i materiali di posa adeguati. Il mio consiglio è quello di creare sempre un particolare di posa (mini-progetto) dettagliato con tutti i particolari occorrenti: controtelaio, telaio, tolleranze, materiali di posa e rifiniture.
Quando vogliamo evitare il rischio condensa nel perimetro dei serramenti, dobbiamo connettere gli elementi senza il rischio di creare un giunto che possa risultare troppo freddo. Un giunto debole che risulta troppo freddo, al crearsi di condizioni specifiche, sarà facilmente attaccabile dalla condensa.
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Come possiamo prevenire condensa e muffa intorno agli infissi nelle nuove costruzioni
Nelle nuove costruzioni abbiamo la possibilità di intervenire a monte, lavorando ad un progetto di posa efficace e costruendo un vano murario isolato e impermeabilizzato. L’installazione dovrà essere eseguita in modo corretto e gestita da posatori esperti che sono stati verificati anche sulla base della norma UNI 11673. Norma in auge dal Marzo 2017 ma per molti ancora sconosciuta.
Un valido strumento per massimizzare isolamento e tenute, è il controtelaio monoblocco isolante, un controtelaio evoluto di cui parlo spesso nei miei corsi di posa. Una volta assemblato diventa un unico blocco termico ad alte prestazioni, con alloggi predisposti per infissi, oscuranti e accessori.
Questi elementi consentono una connessione puntuale del giunto primario, controtelaio-muro, e rendono performanti i punti solitamente critici. Un beneficio importante, che otteniamo lavorando con i controtelai monoblocco, è sicuramente l’obbligo di progettazione. In sintesi, per far nascere un controtelaio monoblocco serve progettarlo.
Progettare un controtelaio monoblocco non è poi così difficile. Una volta capiti i concetti e i limiti di progettazione risulta comodo e ripetibile con piccole varianti.
Attenzione però, il controtelaio monoblocco non risolve tutti i problemi. Servirà progettarlo e installarlo con attenzione, curando in modo particolare il perimetro del controtelaio. Anche in questo caso, la conoscenza dei materiali di posa e delle tolleranze da applicare risulta di fondamentale importanza.
Ricordiamoci che il nostro obiettivo rimane quello di ottenere un involucro edilizio privo di discontinuità termiche, acustiche e di tenuta acqua-aria-vento. Il progetto, dovrà prevedere anche un ricambio d’aria efficace per l’edificio, meglio se con strumenti automatizzati. Ne parlerò al termine del report.
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Come possiamo prevenire condensa e muffa nelle riqualificazioni e nelle sostituzioni semplici
La riqualificazione energetica, pur prevedendo interventi importanti, limita la nostra possibilità di azione, non sempre è possibile ricreare un vano di posa ex novo.
Dobbiamo mettere le mani su lavori passati, spesso su edifici anni ‘70 con controtelai metallici e davanzali non isolati e tutto risulta abbastanza complesso ma possiamo mediare egregiamente. Se ci sono le condizioni, si procede al ripristino del vano murario, rimuovendo controtelai non termici, sostituendo il davanzale e il cassonetto disperdente con prodotti isolanti e ben installati.
Non è sempre possibile modificare o ampliare il vano di posa. Come non è sempre possibile includere tutti gli elementi che installeremo in una nuova costruzione. In particolare, quando nell’ambito di una riqualificazione ci troviamo ad effettuare una semplice sostituzione degli infissi, abbiamo le mani abbastanza legate.
In questo caso, il principio da utilizzare è quello dell’equilibrio. Dobbiamo creare una delicata omogeneità delle connessioni, cercando mediazioni performanti e durature.
In questo caso si procede mitigando le criticità, sia in fase di progettazione che in fase di installazione:
● cerchiamo di mitigare i ponti termici perimetrali al telaio;
● eseguiamo il taglio termico del davanzale;
● andiamo ad impermeabilizzare le soglie.
Se ci sono tracce di precedenti infiltrazioni nel muro, servirà curare attentamente questo aspetto.
Il mio consiglio è quello di effettuare sempre una analisi pre-intervento.
Basterà fare una check-list delle criticità e delle problematiche pregresse per arrivare alla progettazione, correzione, installazione e verifica finale.
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Perché la casa riqualificata/ristrutturata è a rischio condensa e muffa
Nelle riqualificazioni energetiche e nelle semplici sostituzioni di infissi, la gestione del ricambio d’aria è ancora più importante. Si tratta di edifici progettati con tenute e prestazioni molto inferiori a quelle di adesso.
L’esempio che faccio spesso è quello di montare un motore di oggi su un’auto degli anni ‘70.
Una Fiat 128 del 1970 non è progettata per montare solo un motore da 300 cv, come una casa degli anni ‘70 non può essere riqualificata solo con impianti prestazionali e coibentazioni. I rischi di elaborare senza guardare ad un quadro complessivo sono altissimi.
Tornando ai serramenti, le problematiche più comuni che li portano ad avere problemi di muffa e condensa sono proprio quelle dove non c’è una visione (e una pre-visione) d’insieme.
Sono troppe le abitazioni che hanno ottenuto migliorie termiche ma non guardano alla salubrità dell’aria e al corretto ricambio.
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Come un corretto ricambio d’aria può aiutarci a prevenire condensa e muffa anche intorno agli infissi
L’educazione al corretto ricambio d’aria è un primo passo per evitare condensa e muffa.
Possiamo mantenere un’umidità adeguata con un ricambio d’aria puntuale e corretto, magari aiutandoci monitorando un piccolo strumento come il termo-igrometro.
Servirà aprire le finestre a intervalli regolari, con attenzione alle condizioni esterne (evitare momenti di grande traffico, non aprire quando è troppo freddo/caldo).
Il ricambio d’aria “manuale” è importante, in particolare quando si sostituiscono infissi molto datati, portando la casa ad avere una tenuta che necessita un cambio di abitudini.
Per gli interventi di coibentazione con cappotto e nuovi infissi, il mio consiglio è di utilizzare una macchina apposita: la VMC – Ventilazione Meccanica Controllata.
Vorresti saperne di più? Guarda la video intervista Danni e difetti di infissi e serramenti: prevenirli e correggerli con Massimiliano Aguanno e Daniele Cagnoni, esperti serramentisti
Come funziona la VMC e perché è utile per prevenire condensa e muffa anche sugli infissi
La VMC (ventilazione meccanica controllata) è una macchina che consente di ricambiare l’aria in modo automatico.
Può essere puntuale o centralizzata:
- nelle riqualificazioni utilizziamo di solito la VMC puntuale. É facile da installare e non necessita un intervento invasivo;
- nelle nuove costruzioni dovrebbe essere prevista una VMC centralizzata da progetto, in particolare nelle case moderne con tenuta quasi ermetica. É una macchina centralizzata connessa a diverse bocchette che coprono gli ambienti più critici.
La VMC ci aiuta a mantenere un livello di umidità corretto, oltre a garantire aria salubre. Senza un ricambio d’aria adeguato, gli interni tendono infatti a riempirsi di batteri e sostanze inquinanti.
Nei mesi invernali, la VMC può aiutare a ridurre la dispersione termica dovuta al ricambio d’aria.
L’aria in ingresso viene scaldata all’interno di uno scambiatore. In questo modo la dispersione che avverrebbe introducendo aria fredda viene mitigata. Ne parleremo meglio in un prossimo report.
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Conclusioni e consigli
Il mio consiglio è quello di curare il giunto di posa con la massima attenzione. L’installazione è fondamentale nella mediazione tra i valori di prestazione delle murature e quelle di controtelai-infissi.
La connessione degli elementi è l’unico punto dove possiamo fare una grande differenza nella garanzia che offriamo ai nostri clienti, siano essi clienti finali, imprese edili o utenti degli immobili.
Sappiamo bene che gli infissi sono sempre un punto debole e critico, lo vediamo dalle patologie ad essi connesse e alla difficoltà di risoluzione efficace.
Il nostro obiettivo consiste nel trovare il modo di equilibrare gli elementi che abbiamo a disposizione, qualsiasi sia la loro prestazione.
- Diciamo NO ad una super finestra installata in un contesto scadente e
- diciamo NO ad una super predisposizione muraria con una finestra scadente. Serve equilibrio.
Attenzione ai materiali di posa perché hanno molte specifiche di posa.
Ogni materiale di posa ha caratteristiche multiple che devono essere allineate al progetto di posa e devono poi essere gestite correttamente proprio durante la posa in opera.
L’argomento materiali di posa per gli infissi è abbastanza complesso da assimilare. Durante i miei corsi mi accorgo che molti Tecnici e Progettisti fanno fatica a capire nello specifico quale materiale è giusto per il caso specifico.
Ritengo fondamentale che siano riconoscibili almeno i materiali principali di posa, le loro caratteristiche di base e soprattutto le tolleranze di lavoro. Questa competenza è necessaria anche per poter effettuare le dovute verifiche in sito, e capire se la posa in opera ha una prestazione allineata al prodotto installato ed al progetto.
Come potrebbe essere utile per applicare correttivi, anche molto semplici, utili ad un miglioramento delle prestazioni dei giunti di posa.
Concludendo l’argomento “condensa e muffa connesse agli infissi” consiglio sempre una pre-analisi della situazione abitativa. Individuando attentamente come l’utente utilizzerà la casa, possiamo capire se è il caso di offrire subito una macchina per il ricambio dell’aria di tipo VMC (per me dovrebbe essere presente in tutte le case).
L’equilibrio è fondamentale, spero di averlo espresso anche in questo mio testo.
L’articolo è di Daniele Cagnoni (Diemme Infissi®), docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie- infissi, docente Legno Legno per la qualifica EQF4 sulla posa in opera degli infissi e professionista per la posa degli Infissi di Qualità Casaclima.
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Massimiliano Aguanno
Amministratore di Lema Serramenti, Geometra, docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie-infissi, Operatore termografico II livello – UNI 9712, Posatore certificato EQF4 – UNI 11673 e membro del Comitato Tecnico UNI/CT 033/GL 12 “Finestre, porte, chiusure oscuranti e relativi accessori”.
Daniele Cagnoni
Titolare di Diemme Infissi, docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie-infissi, docente Legno Legno per la qualifica EQF4 sulla posa in opera degli infissi, Professionista per la posa degli Infissi di Qualità Casaclima e membro del Comitato Tecnico UNI/CT 033/GL 12 “Finestre, porte, chiusure oscuranti e relativi accessori”.
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