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31 Gennaio 2023

Come deve essere il tetto in legno? Le regole fondamentali da seguire

Il tema del tetto in legno viene approfondito da Paolo De Martin, nel Manuale delle Costruzioni in Legno (edito da Maggioli Editore) dal quale è estratto il presente articolo.

Ma prima di partire con l’approfondimento, va detto subito che il tetto in legno non è una prerogativa delle costruzioni in legno.

Perché si parla di tetto in legno? In Italia il 70% dell’edilizia tradizionale ha i tetti in legno, ma non certo il 70% dell’edilizia è in legno, come ben sappiamo. Sarà il 5% in legno e sta aumentando, siamo quasi all’8% nel 2021, ed è in continua crescita. E di fatto, l’unico settore che non ha crisi è il settore del legno, un settore che è sempre in continua crescita.

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Quindi il tetto in legno deve conoscerlo anche chi costruisce in laterizio, in cemento, e sono gli stessi principi di fisica tecnica delle pareti in legno. Bisogna conoscere la fisica tecnica, anche perché progettare un tetto in legno non è semplice.

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Come deve essere il tetto in legno?

Ovviamente un tetto in legno deve essere ventilato e aperto alla diffusione; è un comportamento molto simile a una parete a telaio, quindi: serve un’intercapedine di ventilazione, che permetta una diffusione corretta del vapore acqueo, l’isolante è meglio posarlo sopra le travi e deve essere un isolante aperto alla diffusione (origine vegetale o minerale), deve cioè permettere al vapore acqueo di passare dall’interno verso l’esterno, ed è per questo che si utilizzano delle guaine che hanno funzione diversa.

Servirà un freno a vapore posato sul lato caldo dell’isolante, non una barriera a vapore, un freno che ha il compito di rallentare il percorso del vapore dall’interno verso l’esterno. Perché il vapore deve uscire verso l’esterno per evitare fenomeni di condensa interstiziale.

La barriera antivento, posta verso l’esterno prima dell’intercapedine di ventilazione, protegge la struttura del tetto isolante dal vento e dall’acqua, ma è traspirante, quindi è aperta alla diffusione, permettendo al vapore di andare a smaltirsi proprio nell’intercapedine ventilata.

Quindi abbiamo due tipi di guaine diverse:

  • una abbastanza chiusa, il freno a vapore, e
  • un’altra quasi completamente aperta, ma anche impermeabile, la barriera antivento, che è un po’ come il Gore-Tex: ci protegge, il sudore traspira, ma l’acqua, la neve e il vento non passano.

Leggi anche: Pregiudizi sulle costruzioni in legno: rischio degrado e calcolo dell’umidità

Tetto in legno: qual è la regola fondamentale per una corretta progettazione?

Innanzitutto il percorso del vapore deve essere proprio a V, deve cioè essere decrescente dall’interno verso l’esterno. Il freno a vapore rallenta il suo percorso, ma il vapore passa anche perché l’isolante è aperto alla diffusione, è traspirante, e si apre ancora di più in prossimità del telo di protezione-barriera antivento, vapore che va a smaltirsi nell’intercapedine di ventilazione, che ha proprio la funzione di smaltimento del vapore, oltre che una funzione di protezione estiva, perché chiaramente la ventilazione migliora l’efficienza estiva.

L’intercapedine di ventilazione deve avere uno spessore minimo di 4 centimetri, che è la regola del carpentiere, il minimo se la pendenza del tetto supera i 10 gradi, ovviamente, perché il moto convettivo è più elevato. Se abbassiamo la pendenza del tetto, cioè se andiamo sotto i 10 gradi, dobbiamo aumentare lo spessore di ventilazione del tetto, con l’intercapedine di almeno 6 centimetri, perché chiaramente i moti convettivi, con poca pendenza, farebbero più fatica a mettersi in moto e hanno bisogno di più spazio per circolare correttamente.

Posa del tetto: il tetto si posa con travi, puntoni e travetti travi (verso l’esterno con la sporgenza è meglio se finti travetti), che permettono il passaggio uniforme dell’isolante e delle guaine in continuità, senza interruzioni, evitando il ponte termico e i rischi di infiltrazione. Il finto travetto sulla sporgenza è una soluzione che viene utilizzata sistematicamente ormai in Trentino-Alto Adige da tutti carpentieri, perché ha il vantaggio di permettere la continuità del cappotto termico con l’isolazione del tetto.

La tenuta all’aria è un altro tema fondamentale delle costruzioni in legno. A differenza della tenuta all’acqua e al vento, la tenuta all’aria si fa sul lato caldo, con tutta una serie di accorgimenti e di materiali come i vari tipi di nastri e freni a vapore, che permettono di contenere le perdite di calore per ventilazione, quindi il flusso di calore che esce attraverso gli spifferi e anche l’entrata degli spifferi d’aria all’interno. La tenuta all’aria va fatta nei punti sensibili dell’edificio, anche nelle case non in legno. Nell’edilizia in legno è ovviamente molto più importante, perché gli elementi sono più a rischio se vengono in contatto con situazioni di umidità costanti.

Ad esempio è molto importante la tenuta:

  • del nodo serramento, fra la finestra e le trave,
  • a nastri fra pannello e pannello,
  • fra trave e parete con la nastratura su tutte le fughe,
  • in prossimità dei passaggi degli impianti, per i quali esistono degli appositi manicotti che le aziende ormai vendono a catalogo.

In poche parole bisogna quindi assolutamente impedire all’aria di entrare e di uscire. La tenuta all’aria poi si valuta con un test, che è il Blower door test, che ci fornirà anche una verifica della qualità costruttiva stessa dell’edificio. Con l’utilizzo della ventilazione meccanica controllata, sempre assolutamente consigliata soprattutto nelle costruzioni in legno, la tenuta all’aria deve essere perfetta perché altrimenti potremmo avere dei problemi di rendimento del sistema di ventilazione.

Fig.1_Tetto a falda in legno (Fonte: Paolo De Martin e CasaClima)

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Tetto piano ventilato? Mai!

Il tetto piano ventilato non ha moto convettivo importante e la ventilazione, anche con 10 centimetri di spessore, è praticamente orizzontale, e quindi quasi ferma, e il vapore acqueo farebbe molta fatica ad uscire e a smaltirsi, con il rischio molto elevato che rimanga all’interno dell’intercapedine una quantità di vapore, quindi un’umidità molto elevata che rischierà di andare a compromettere l’efficienza del materiale isolante e di formare condense importanti che potrebbero pregiudicare la durabilità del tetto in legno anche sulle costruzioni non in legno.

Quindi un tetto piano ventilato in legno è un tetto molto a rischio.

Ad esempio in Austria, dove le costruzioni in legno sono prevalenti, non si può fare per norma un tetto ventilato in legno. Bisogna perciò, onde evitare rischi importanti, optare per un classico tetto piano chiuso, esattamente come nei sistemi tradizionali, con guaina chiusa impermeabile all’esterno e una barriera a vapore sotto l’isolante sintetico.

Un tetto piano completamente chiuso, quindi con barriera a vapore e senza ventilazione, con guaina impermeabile, sicuramente riduce i rischi di tenuta e durabilità del sistema tetto.

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L’opera affronta a tutto tondo il settore della progettazione di edifici in legno, analizzando temi quali: la sostenibilità e l’efficienza del materiale, il comportamento antincendio e in situazioni di umidità ambientale, la leggerezza del materiale e il suo comportamento in zona sismica e nel settore dei risanamenti energetici.

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Numerosi casi di studio supportano a livello operativo il lettore, mostrando nella pratica le procedure e le strategie progettuali per realizzare edifici in legno energeticamente efficienti, duraturi e sicuri da un punto di vista sismico e strutturale.

Paolo De Martin
Architetto esperto di progettazione in legno, consulente energetico per l’Agenzia CasaClima dal 2002. Svolge per conto dell’Agenzia CasaClima e altri enti attività di formazione tecnica a convegni, seminari e fiere di settore in ambito nazionale e internazionale sul tema della progettazione energeticamente efficiente e sul risanamento dell’esistente.

Leggi descrizione

Paolo De Martin, 2022, Maggioli Editore

55.00 € 52.25 €

Foto:iStock.com/zocchi2

Fonte: EdilTecnico

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