Il tema della correzione dei ponti termici deve essere presente sin dai primi schizzi di progetto, quelli buttati giù di getto sul foglio. Un ponte termico si risolve in studio, non in cantiere. Lì è già troppo tardi.
Nella progettazione ex novo il tema va affrontato subito perché determina scelte anche compositive importanti quali, ad esempio, gli spessori delle membrature o le distanze dell’edificio da confini, strade e fabbricati frontistanti. È un tema che deve essere affrontato in maniera sinergica e integrata dal progettista architettonico, lo strutturista e il termo-tecnico. Nella progettazione ex novo i dati geometrici e materiali sono noti e quindi la difficoltà risiede unicamente nella scelta della soluzione e nella sua verifica calcolativa.
Negli interventi su edifici esistenti, invece, la vera difficoltà risiede nel reperimento dei dati, nel rilievo delle stratigrafie che il più delle volte deve avvenire in maniera “non-distruttiva” o almeno poco impattante dato che, spesso, nella fase temporale necessaria al progetto, l’edificio è ancora abitato.
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Vediamo nel dettaglio quali sono le strategie da seguire per corregge i ponti termici. Il presente articolo è estratto dal volume Ponti termici: valutazione e correzione di Sergio Pesaresi, edito da Maggioli Editore.
Correzione ponti termici e l’ausilio del cappotto termico
La correzione dei ponti termici avviene sempre con l’ausilio di elementi di isolamento termico. L’isolamento deve garantire una protezione termica all’edificio senza interruzioni. Ogni interruzione corrisponde ad un ponte termico non risolto.
L’introduzione, ormai su larga scala, del cappotto termico ha reso più familiare e abituale questo concetto di avvolgere l’edificio con una protezione termica continua. Il cappotto termico riveste il ruolo di intervento più importante e significativo per la transizione energetica, perché oltre a migliorare l’efficienza energetica degli edifici garantisce un alto comfort abitativo in quanto interviene sui parametri più significativi: condensa, muffa e temperatura radiante.
Dato che “il mondo è bello perché è vario” non sempre è possibile stendere questa coperta o non è possibile non interromperla. E allora si rende necessario intervenire con la creatività progettuale, figlia della preparazione culturale e tecnica, dell’esperienza e della passione, che può aiutare a giungere alla soluzione. Vedremo di seguito, in particolare, una strategia che può essere applicata, utilmente, anche in questi casi.
I problemi causati dai ponti termici
I ponti termici esistono e vanno corretti. Se un pilastro nella muratura determina la formazione di un ponte termico non va eliminato il pilastro ma vanno depotenziate o addirittura annullate le problematiche negative collegate ad esso. E questo è il ruolo precipuo di una progettazione di qualità, accorta e di dettaglio.
Le problematiche da affrontare sono:
- l’aumento della dispersione energetica;
- la diminuzione delle temperature superficiali interne;
entrambe ci devono guidare nella risoluzione del ponte termico.
Correzione ponti termici: le tre strategie da seguire
Strategia 1: isolare dall’esterno
Si tratta del caso più classico: il pilastro in cemento inserito nella muratura piena a due teste, tipologia costruttiva molto diffusa nella quale è molto facile imbattersi.
La modalità di correzione più vantaggiosa prevede l’applicazione del cappotto termico esterno, intervento ormai consueto grazie, anche, agli incentivi fiscali previsti per la sua posa.
L’isolamento a cappotto deve essere sempre considerato come l’intervento principale e risolutivo per tutti i ponti termici dovuti all’inserzione di un diverso materiale nella parete (pilastri, travi, cordoli, architravi…).
Strategia 2: dare continuità all’isolamento esterno, senza interruzioni
Affrontiamo questo tema avvalendoci di un nodo sempre problematico (sia nella progettazione ex novo che nelle ristrutturazioni di edifici esistenti): l’innesto del solaio a sbalzo sulla parete esterna. È il tema dei ponti termici determinati dai terrazzi e dagli sporti.
In tali casi l’isolamento termico che avvolge come una coperta l’edificio non deve avere interruzioni; questa strategia consiste proprio nel seguire tutti i “movimenti” geometrici presenti nell’edificio.
Strategia 3: “la calza”
Non sempre è possibile realizzare un isolamento termico esterno, vuoi per le caratteristiche intrinseche della facciata, vuoi per un suo vincolo storico-testimoniale, vuoi per la riluttanza degli altri condomini. Dato che isolare è, ora più che mai, necessario, in tali casi si deve isolare dall’interno, cosa che presenta varie difficoltà sia operative che termo-igrometriche. Ciò che accomuna tali situazioni è l’impossibilità di coibentare dall’esterno e di dover interrompere l’isolamento interno a causa di un elemento innestato nella parete che quindi determina la formazione di un ponte termico. Casi reali possono essere il muro interno che si innesta nella parete esterna, il solaio che si innesta nella parete esterna o il muro interno che si appoggia sul solaio o posto sotto una copertura isolata dall’interno).
Ci viene allora in aiuto questa strategia indicata come “calza termica” che prevede di rivestire la parete interna ortogonale con una calza per una determinata profondità (determinata in fase di verifica di calcolo agli EF), fintantoché la temperatura della parete raggiunge, da quel punto in poi, la temperatura cercata. In sostanza la calza isola la parete allontanando il punto nel quale si innesca la perdita di calore dall’esterno.
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Ponti termici: valutazione e correzione
I ponti termici, non risolti nella progettazione di un edificio nuovo o non attenuati e resi “inoffensivi” negli edifici esistenti, sono la plastica rappresentazione di un’edilizia inutilmente e colpevolmente energivora, di bassa qualità, destinata ad un rapido e costoso deterioramento. Quest’opera si rivolge ai tecnici che desiderano comprendere il “funzionamento” dei ponti termici per poterli valutare e correggere adeguatamente. Attraverso un linguaggio molto chiaro, il libro offre ai tecnici una guida pratica alla progettazione degli interventi correttivi dei ponti termici. Perché non basta inserire dati in un computer per avere la soluzione ai problemi del costruire e abitare sostenibile. Con questo manuale l’autore fornisce ai lettori uno stimolo costante ad approfondire gli aspetti del comportamento termo-igrometrico di ciascuna struttura, valutazioni indispensabili non solo per verificare le prestazioni energetiche dell’edificio e rispettare le prescrizioni di legge, ma anche per progettare edifici robusti e durevoli nel tempo e mantenere condizioni di comfort e salubrità all’interno degli ambienti. L’opera quindi si rivolge a tutti i progettisti che vogliono approfondire l’argomento, perchè ha il pregio di presentare i concetti in modo lineare, accompagnando i ragionamenti
con diversi esempi chiarificatori. Sergio Pesaresi
Ingegnere civile, progettista specializzato in costruzioni ecosostenibili e di bio-architettura. È consulente e docente dell’Agenzia CasaClima di Bolzano. Progettista di case passive certificato dal Passvhaus Institut di Darmstadt (D) e accreditato presso il PHI-Ita di Bolzano. Supervisor della Fondazione ClimAbita e SouthZeb designer. Tecnico base di ARCA e Tecnico ufficiale Biosafe Certificato EES Avanzato – Esperto in Edilizia Sostenibile italiana. Studioso delle tematiche del Paesaggio e della Mobilità Sostenibile. È docente in corsi di aggiornamento professionale e consulente di Fisica Edile.
Sergio Pesaresi | Maggioli Editore 2022