Un tipico sistema per limitare la trasmissione del rumore da calpestio dei solai si basa sul disconnettere il massetto su cui poggia la pavimentazione da tutto ciò che lo circonda, realizzando una vasca in materiale elastomerico, ovvero “morbido”, che contiene l’intero massetto di pavimento, confinando (nei limiti del possibile) la vibrazione al solo massetto (Fig.1).
Si fa però raramente attenzione ai restanti collegamenti tra gli elementi orizzontali e le pareti. Vediamo di seguito quali sono gli accorgimenti da seguire, descritti nel volume Difetti nella progettazione acustica degli Edifici di Renzo Sonzogni, edito da Maggioli Editore dove troverete molti spunti pratici finalizzati ad assicurare che i vostri edifici siano acusticamente confortevoli.
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Piccoli accorgimenti per grandi miglioramenti
A volte si inserisce sotto le pareti uno strato elastomerico, tipicamente della gomma o altri materiali “morbidi”, ma si tralascia una via di trasmissione delle vibrazioni data dal ricollegamento tra il massetto copri-impianti e le pareti stesse. Peccato che cosi facendo si inficia la funzionalità della disconnessione data al piede della parete.
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Eppure con il piccolo accorgimento di inserire anche sulla superficie verticale uno strato “morbido” (tipicamente del polietilene espanso come si usa anche per il giunto al perimetro del massetto in presenza di pavimenti radianti) si ridurrebbe sensibilmente il rumore trasmesso tra unità immobiliari (tra cui il vociare) soprattutto se le pareti sono realizzate con elementi leggeri e rigidi, ovvero murature in laterizio forato o blocchi in calcestruzzo aerato e similari, che rispetto a sistemi costruttivi a secco tendono a trasmettere più facilmente le frequenze tipiche del parlato per via della loro maggiore “riverberazione strutturale”.
Ecco che con il piccolo accorgimento si ottengono più miglioramenti:
- aumenta l’isolamento acustico,
- si trasmettono meno vociare e anche eventuali colpi (pensate a rumori di scarichi o colpi del coperchio del WC o i “click” degli interruttori elettrici),
- si riduce il rumore di calpestio e, se ci sono errori di posa del sistema anticalpestio, si ha un paracadute che limita il deficit e la possibilità di contenzioso.
Nella Fig.2 la posa errata è visibile nella fotografia di sinistra, mentre nella fotografia di destra è visibile la modalità di posa corretta. Nella fotografia di destra è infatti presente lo strato di disconnessione (bandella morbida) su tutto il perimetro degli elementi verticali che evita al massetto copri impianti di creare una connessione rigida con questi elementi.
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Le vie di propagazione del rumore
Per rendere maggiormente chiaro il concetto si riportano due schemi esplicativi, nelle Figure 3 e 4. Nel concetto che andiamo a descrivere si cela buona parte dell’acustica edilizia.
La Fig.3 rappresenta una posa errata. È presente la fascia sotto la muratura, comunque necessaria, ma la riconnessione data dal massetto, ancorché alleggerito, ne riduce l’efficacia.
Allargando la visione alle possibili sorgenti di rumore presenti all’interno degli edifici troviamo: calpestio, rumori aerei e rumori accessori, come appunto i pulsanti dell’illuminazione, movimentazione di sanitari, etc.
Le vie di propagazione, in acustica da vedersi sia come ingresso ma anche come uscita, in base alla posizione della sorgente che attiva la vibrazione, sono indicate nelle figure: A, B, C, D.
- A rappresenta l’ingresso o uscita da parte del pavimento. Il sistema di pavimento galleggiante riduce di suo l’influenza di tale via di propagazione.
- La via B è legata all’appoggio della parete al solaio. La presenza della banda antivibrante alla base della parete riduce l’influenza di tale via di propagazione.
- La via indicata con la lettera D rappresenta le superfici degli elementi edilizi, che ricevono la rumorosità aerea (e impattiva) e la trasferiscono alle strutture contigue, le quali a loro volta la riemettono negli ambienti su cui si affacciano.
Per tale motivo le superfici edilizie devono essere viste sia come ricettore, sia come emettitore. Ad esempio se qualcuno parla nell’alloggio sottostante sia il solaio che le pareti del locale emittente ricevendo le onde sonore vengono messe in vibrazione. Ognuna di esse vibrerà più o meno in base alla sua massa, rigidezza, frequenze di risonanza etc. La vibrazione viene poi trasferita al solaio e da qui agli strati che sono rigidamente collegati con esso, quali ad esempio il massetto copri impianti. La parete dell’ambiente ricevente, collegata al massetto copri-impianti, vibrerà riemettendo la rumorosità nell’ambiente ricevente.
Ovviamente il percorso è invertibile: se la parete vibrasse per via di rumori presenti nell’alloggio sovrastante, la vibrazione sarà trasmessa al solaio e da qui alle pareti ad esso connesse. Riducendo la connessione rigida di questi componenti si riduce la trasmissione di vibrazione e di conseguenza di rumore. Per limitare tale effetto trasmissivo occorre intervenire anche sulla via di propagazione C.
Per limitare la via di propagazione C basta semplicemente inserire una striscia di materassino morbido sul perimetro, analogamente a quanto già avviene sul perimetro del massetto di pavimento per la corretta creazione della “vasca” anticalpestio. Il tutto come indicato nella Fig.4.
Nella Fig.5 si riporta uno schema progettuale tipo. Nella figura i numeri rappresentano:
- materassino anticalpestio – strato di desolidarizzazione,
- fascia antivibrante sotto muratura,
- bandella perimetrale,
- zoccolino in legno, staccato dal pavimento di 0,1 mm.
Si fa notare che l’intonaco non deve arrivare a contatto con la pavimentazione. Il dettaglio vale sia per le partizioni divisorie tra unità immobiliari, sia per le partizioni interne e sia nel caso di partizioni esterne, ognuna con le proprie attenzioni costruttive specifiche.
Sperando di aver incuriosito il lettore, rimandiamo al testo integrale contenuto in Difetti nella progettazione acustica degli edifici per eventuali approfondimenti.
Articolo a cura dell’Ing. Renzo Sonzogni
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Foto:iStock.com/Julia Garan