“L’Italia negli ultimi venti anni ha progressivamente abbandonato politiche attive relative alla Casa. Nel frattempo la società italiana ha modificato la propria composizione e oggi si sono ampliate le fasce di popolazione che necessitano di una risposta pubblica al tema della casa: coppie giovani, anziani, studenti, persone ad alta mobilità lavorativa, un ceto medio economicamente indebolito richiedono oggi una politica di social housing con offerte abitative nuove. Premesso che la casa è un diritto umano fondamentale irrinunciabile per lo sviluppo sociale, l’avvio di un nuovo Piano Casa, come preannunciato dal Ministro delle Infrastrutture, è visto con favore, se inserito in una strategia territoriale di rigenerazione che contempli la prossimità con il lavoro ed i servizi e traguardi una qualità urbana diffusa.”
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Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) dopo la seconda riunione del Tavolo di consultazione per il Piano Casa istituito dal MIT e al quale sono intervenuti i Consiglieri Anna Buzzacchi e Massimo Crusi.
Per il CNAPPC la questione dell’offerta abitativa del nostro Paese va affrontata tenendo conto dei bisogni e delle specificità presenti nei territori: un piano in grado di indicare le misure di contrasto alla povertà ed al disagio abitativo e che definisca nuovi modelli innovativi sotto il profilo finanziario, gestionale, tipologico, costruttivo.
Va riaffermata l’importanza del rafforzamento di edilizia sociale di proprietà pubblica quale strumento utile al controllo del mercato, in una visione di lungo periodo in grado di garantire adeguati modelli abitativi per le generazioni future, così come quella di adeguare il patrimonio edilizio esistente e di nuova costruzione, disponibile per un nuovo Piano casa, ai principi di economia circolare, di bassa impronta carbonica e di capacità relazionale con il contesto, come espressamente richiamato dal programma New European Green Deal.
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Occorre una Banca Dati del Riuso degli immobili
A questo proposito il CNAPPC sollecita la creazione di una Banca Dati del Riuso del patrimonio esistente (edifici ed aree dismesse disponibili) che ne definisca il valore in funzione della capacità trasformativa anzidetta. Tale Banca Dati, supporto agli strumenti urbanistici comunali esistenti, dovrebbe essere rivolta a facilitare il rapporto pubblico-privato con il mondo imprenditoriale e con quello del terzo settore, in modo da coniugare gli aspetti economici, ambientali e sociali.
Questo approccio conoscitivo al nuovo Piano Casa consente di traguardare una risposta ai nuovi bisogni abitativi coerente con i principi di qualità dell’abitare e di efficienza economica nell’ottica di riuso del patrimonio edilizio esistente pubblico e privato.
Comunicato stampa a cura di Silvia Renzi, ufficio stampa Consiglio Nazionale Architetti
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