Il 10 maggio è stato presentato a Roma l’Irex Annual Report 2023 (elaborato da Althesys) sulle tendenze e le strategie del comparto rinnovabili che fornisce una panoramica del settore in Italia con l’analisi degli investimenti, il quadro europeo, gli economics delle rinnovabili e l’evoluzione del sistema elettrico italiano.
La presentazione dei risultati del rapporto annuale è un appuntamento fisso per tutti gli stakeholder del settore delle energie rinnovabili ed un’occasione per fare il punto sullo sviluppo del comparto.
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Dai dati è emerso un balzo per il mercato delle rinnovabili, spinto soprattutto dalle incertezze energetiche generate dal conflitto Russia-Ucraina, con un boom dell’agrivoltaico (guarda la video-intervista di Ediltecnico all’Arch. Alessandra Scognamiglio, presidente dell’Associazione italiana Agrivoltaico Sostenibile) che sorpassa il solare classico. Tuttavia c’è un collo di bottiglia, quello rappresentato dal lento andare delle procedure autorizzative che ostacolano i progetti green.
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Le semplificazioni hanno aiutato, ma non hanno dato una svolta
Per il 2022, sono 958 le operazioni nelle rinnovabili a livello nazionale o da imprese italiane nel mondo, per un totale di 39 GW di rinnovabili e una spesa di circa 41 miliardi di euro.
Tuttavia occorre fare di più. A tal proposito Alessandro Marangoni, direttore scientifico dell’Irex Monitor, ha dichiarato «Dei 38,9 GW riferiti all’anno scorso sono stati messi a terra asset effettivamente poco più di 3 GW (quanto il ritmo richiesto dagli obiettivi europei sarebbe di 8-9) e quelli autorizzati sono solo un quarto del totale. Insomma, le varie semplificazioni hanno aiutato, ma non hanno dato una svolta, anche se nel caso dell’eolico ci sono progetti in pipeline molto consistenti che, essendo a uno stato embrionale, non abbiamo considerato».
Per Marangoni occorre sbloccare la situazione delle aree idonee, oltre a definire il ruolo del Ministero della Cultura, fissare condizioni di mercato per le aste, vecchie e nuove, sulla nuova capacità e mettere a punto le cornici normative attese dal mercato, a partire dall’agrivoltaico. Perché sì, l’agrivoltaico domina sulle operazioni dell’anno 2022 ed è in particolare crescita.
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Agrivoltaico al primo posto
Come specificato dalle Linee Guida in materia di impianti agrivoltaici questa tipologia di impianti (o agrovoltaici, o agro-fotovoltaici) adotta soluzioni volte a preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione.
La crescita è in positivo per questa tipologia di sistemi, che nel 2022 occupa il primo posto tra le soluzioni green con 15,8 GW di progetti e investimenti potenziali per 12 miliardi (41% del totale), seguito dal fotovoltaico (11,6 GW per 8,3 miliardi) ed eolico a terra (10,6 GW per 14,2 miliardi), rispettivamente pari al 35% e a oltre il 19% del mercato.
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Procedure autorizzative: uno scoglio da superare
Dal report è emerso che il 75% dei nuovi progetti green è in corso di autorizzazione (nel 2021 la percentuale riferita allo stesso periodo era pari al 70%). Pertanto, vincoli e burocrazia ostacolano ancora la diffusione delle rinnovabili.
Per Marangoni occorre definire una pianificazione della transizione energetica: “bisogna disegnare una road map articolata e più ampia possibile della transizione. Fare tante rinnovabili non basta: vanno realizzati gli accumuli e per gli impianti a ciclo combinato non è sufficiente il capacity market, vanno messi nelle condizioni di funzionare, tenendo conto anche delle disponibilità d’acqua e dello stato dell’idroelettrico”.
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