Bonus Casa con aliquote differenziate non solo tra prima e seconda casa, ma anche tra chi è proprietario e chi non lo è.
Il testo delle norme, infatti, replica su questo punto le stesse restrizioni già previste lo scorso anno per il Superbonus sulle villette unifamiliari e a meno di interpretazioni diverse da parte dell’Agenzia delle Entrate, i familiari dei proprietari da quest’anno non potranno più usufruire della detrazione piena se vogliono sostenere le spese ma dovranno accontentarsi del 36%. In più da quest’anno c’è anche da considerare la stretta per i redditi oltre i 75.000.
Tutte variabili da tenere in conto se si stanno programmando degli interventi di ristrutturazione sia quando la casa è in comproprietà che quando non lo è.
>> Vorresti ricevere news come questa? Clicca qui, è gratis
Da non perdere
FORMATO EBOOK
Rendite catastali e bonus edilizi: come mettersi in regola
Affrontare le rendite catastali e i relativi obblighi non è mai stato così semplice. Questo eBook, scritto con chiarezza e competenza da Antonella Donati, fornisce un quadro completo e aggiornato delle normative catastali legate agli interventi edilizi, con un focus particolare sui bonus edilizi come il Superbonus.
Il volume è uno strumento essenziale sia per i tecnici del settore (geometri, architetti, ingegneri e amministratori immobiliari) sia per i proprietari di casa che vogliono comprendere meglio come gestire le rendite catastali e garantire la conformità normativa. Dalla determinazione della rendita fino alla gestione delle lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate, questa guida offre soluzioni pratiche e casi concreti per ogni esigenza.
All’interno dell’eBook troverai:- Spiegazioni pratiche delle procedure di aggiornamento catastale, incluse quelle legate al Superbonus.- Approfondimenti sulle sanzioni e sugli strumenti di regolarizzazione per evitare costi inutili.- Un linguaggio chiaro e accessibile, adatto sia a esperti che a chi si avvicina per la prima volta al tema.- Analisi di casi pratici e modelli di documenti utili.Antonella Donati è giornalista professionista e autrice di numerosi volumi e saggi in materia fiscale, contributiva e previdenziale. Con anni di esperienza nel giornalismo parlamentare, si è specializzata nell’analisi delle normative finanziarie e di bilancio, offrendo contenuti affidabili e pratici per professionisti e cittadini.
Antonella Donati | Maggioli Editore 2024
Gli scenari
Quando più soggetti pagano le spese e hanno diritto alla detrazione per ristrutturazione è possibile attribuire la detrazione come meglio si preferisce ossia come è più vantaggioso, a prescindere dalla quota di possesso dell’immobile. Ma da quest’anno bisogna fare i conti con queste soglie:
Redditi tra 75.000 e 100.000 euro | Importo spese detraibili |
senza figli a carico | 7.000 euro |
con un figlio a carico | 9.800 euro |
con due figli a carico | 11.900 euro |
con tre figli o con un figlio con disabilità | 14.000 euro |
Redditi oltre 100.000 euro | Importo spese detraibili |
senza figli a carico | 4.000 euro |
con un figlio a carico | 5.600 euro |
con due figli a carico | 6.800 euro |
con tre figli o con un figlio con disabilità | 8.000 euro |
Seguici anche sul nostro nuovo Canale Telegram!
Ecco in concreto che cosa accade
Caso A – Coniugi senza figli uno solo dei quali con redditi sotto la soglia
In questa situazione il proprietario con i redditi più elevati può detrarre solo 7.000 euro di spese, e poiché il meccanismo non fa differenza rispetto alle aliquote conviene ovviamente privilegiare le spese sulla casa dato che l’aliquota di detrazione al 50%. Si potranno quindi recuperare fino a 3.500 euro di imposte, mentre se il reddito fosse sopra i 100.000 si potrebbero recuperare solo 2.000 euro. Il resto della spesa dovrà essere detratto dall’altro proprietario e la quota che non trova capienza nella sua imposta andrà persa.
Caso B – Coniugi comproprietari uno solo dei quali con redditi sotto la soglia e figli a carico
La quota di spesa ammessa in detrazione è di 11.900 euro se ci sono due o più figli e di 9.800 con uno solo per cui in entrambi i casi c’è spazio per portare in detrazione le spese per la casa. Dal momento che la detraibilità al 50% conviene anche in questo caso attribuire tutta la detrazione a chi ha il reddito più elevato, e lasciare all’altro coniuge le detrazioni per i figli, considerando che anche per queste c’è la possibilità di ripartire la detrazione tra i genitori come meglio preferiscono, annotando sulle fatture intestate ai figli chi ha effettivamente sostenuto la spesa.
Caso C – Casa solo di un coniuge con l’altro sopra la soglia senza figli a carico
In questo caso i conteggi da fare sono diversi dal momento che se la spesa viene sostenuta dal familiare e non dal proprietario l’aliquota scende al 36%. La detrazione massima della quale si può usufruire in questo caso sulla spesa di 96.000 euro è di 2.484 euro, quindi recuperabile per intero anche nel caso di redditi oltre i 100.000 euro. Se il coniuge proprietario è a carico o incapiente non si può fare nulla, altrimenti conviene attribuire al proprietario la quota di spesa che può detrarre dato alla luce dell’aliquota più conveniente.
Caso D – Casa solo di un coniuge con l’altro sopra la soglia e figli a carico
La quota di spesa ammessa in detrazione è più ampia. Bisognerà verificare quindi la capienza nell’imposta del coniuge proprietario che può approfittare dell’aliquota più elevata e lasciare all’altro tutte le spese per i figli spese detraibili al 19% oltre che la quota che non trova capienza nell’imposta del proprietario, che potrà comunque essere recuperata in parte con l’aliquota più bassa. Se il coniuge proprietario è a carico ci si dovrà accontentare dell’aliquota ridotta.