Quando si parla di progetto in legno, innanzitutto bisogna avere una grande passione, perché il legno naturalmente crea emozione, è un materiale che suscita emozioni che altri materiali non danno. Il materiale legno è un albero che si trasforma, già questo dovrebbe far vibrare qualche corda.
L’emozione poi diventa tecnica, diventa tecnologia, quando entriamo nella scala del dettaglio, quindi la cura dei dettagli: il dettaglio è il centro del progetto, con una precisione millimetrica, la dimensione, l’unità di misura di un progetto in legno del dettaglio è il millimetro, quindi dobbiamo ragionare e progettare per millimetri, questa è l’unità di misura, proprio perché la scala più piccola è la scala che ci fa disegnare, progettare e pensare nel modo corretto il legno.
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Ogni doga, ogni tavola deve essere pensata e disegnata fin dal primo concepimento del progetto. Il dettaglio è finalizzato alla corretta costruzione dell’edificio, cioè alla corretta posa in opera, è finalizzato alla durabilità dell’edificio. Noi dobbiamo essere orgogliosi e felici quando l’edificio in legno dura oltre la nostra vita, quindi più di cent’anni, e sarà così, se lo avremo progettato correttamente.
L’attacco a terra è la summa, è il dettaglio dei dettagli, il principe dei dettagli di un edificio in legno perché è dal terreno, da sotto il terreno, che parte l’edificio e gli antichi insegnano.
Vediamo in questo articolo-guida, estratto dal Manuale delle Costruzioni in Legno di Paolo De Martin (edito da Maggioli Editore), quali sono gli errori legati alla cattiva posa di pareti in legno e quali sono i principali accorgimenti progettuali da adottare nello studio dell’attacco a terra.
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Gli errori da evitare
Se ci troviamo di fronte ad errori gravi, come nella Fig.1, la posa sciagurata di pareti in legno, vi rendete subito conto di quelli che sono gli errori madornali di montaggio di queste pareti in situazioni impossibili. Non c’è un attacco a terra razionale, la guaina viene interrotta subito, la posa della ferramenta e delle giunzioni metalliche è completamente errata, non c’è un cordolo, la soletta è senza un minimo di livello planare, c’è l’acqua dentro il cantiere, è una piscina, una vasca. Ecco, tutto questo non ha nulla a che fare con il mondo delle costruzioni in legno.
Gli antichi ci hanno insegnato che un elemento leggero va posato sopra un elemento pesante, che un elemento che è sensibile all’acqua va posato sopra un elemento che resiste all’acqua. Sono regole elementari di costruzione.
Le tavole di legno vengono posate, per essere essiccate, sopra un ciottolato di pietra, e così anche i contadini delle valli alpine, quando tagliano la legna per l’utilizzo di biomassa nelle loro stufe a legna, la mettono ad essiccare sopra un ciottolato di pietra. È una tradizione millenaria che dobbiamo tenere presente sempre quando si progetta un edificio in legno.
Non finirò mai di ripetere che il distacco del legno dal terreno e da qualsiasi zona umida è la regola fondamentale. È una regola fondamentale perché ci toglie il rischio, riduce decisamente il rischio di marcescenza e quindi di durabilità del sistema.
L’attacco a terra deve essere un attacco lontano dal terreno.
Sanno, ancora oggi, anche i pastori dei giorni nostri che anche un semplice casotto va posato sopra un elemento che si allontani dal terreno. Questa è una costruzione molto rudimentale, però il principio giusto è questo, dobbiamo progettare sempre tenendo a mente questo principio.
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La progettazione deve avvenire in funzione del luogo e del terreno
Adesso entriamo nella parte più tecnica dei dettagli. L’attacco a terra deve essere in funzione del luogo e del terreno. In fig.4 è presentato un disegno schematico di un attacco a terra, che ci permette di renderci conto degli spessori dei vari materiali, ed è questo il primo passo progettuale da fare.
Abbiamo una soletta in cemento armato da 20 cm, la dobbiamo isolare perché vogliamo costruire un edificio molto efficiente, privo di ponti termici, non dico passivo perché altrimenti ci servirebbero 25-30 cm di isolazione.
Posiamo 25 cm di isolante, un vetro cellulare, un XPS, oppure un polistirene grigio espanso, perché siamo verso le cantine, verso il terreno, quindi deve essere un isolante che abbia caratteristiche di resistenza all’umidità.
Poi ci servono almeno 10 cm di massetto alleggerito o sabbia di quarzo, che però è più costosa, oppure un calcestruzzo cellulare miscelato, quindi un massetto a secco minimo di 10 cm, meglio sarebbe 15 cm, però ci teniamo al minimo.
Poi ci serve, chiaramente, un’isolazione acustica anticalpestio e sono altri 3-4 cm. Ci serve un massetto di posa di almeno 6 cm, all’interno del quale, se vogliamo, posiamo un riscaldamento a emissione radiante, e allora dobbiamo aggiungerne altri quattro di centimetri, probabilmente, però con i pannelli prefabbricati in fibrogesso con i tubi all’interno possiamo anche rimanere sui 6 cm.
Poi ci servono 2 cm di pavimento. Siamo arrivati al minimo di 36 cm. Diciamo che, in realtà, questa misura può arrivare molto facilmente fino a 40-45 cm. Quindi, di fatto abbiamo un pacchetto di 40 cm, quasi mezzo metro che sta sopra al nostro solaio. Rispetto alla quota esterna, quindi, abbiamo un più 40 cm, e questo diventa un problema perché lasciando così le quote, ci servono tre gradini per uscire in giardino. E questo è uno dei temi da affrontare e risolvere, anche con soluzioni diverse.
Mettiamo che andiamo a riempire il terreno all’esterno, riempiamo quella che io definisco la zona a rischio, per portare tutto a quota zero riempiamo con del terreno, e questo è molto sbagliato, perché abbiamo già visto che non si può mettere la terra vicino al legno. Se riempio la differenza di quota col terreno succederà che il mio corrente inferiore in legno, o il pannello in X-Lam, si troverà a meno 40 cm, quindi si andrebbe a montare una parete addirittura sotto la quota del terreno. Questo non è possibile.
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Le strategie di progetto da adottare
Allora, la prima soluzione, fermo restando il pacchetto di 40 cm, è di lavorare con la sistemazione esterna e con le quote di progetto. Dobbiamo alzare la parete, quindi devo al contempo lavorare con le quote del terreno all’esterno e alzare la mia parete in legno che è vicina al terreno.
La guaina orizzontale del solaio, che è fondamentale, deve poi proseguire verticalmente in prossimità della parete e anche verso il terreno, così come l’isolante dovrà continuare anche sotto la quota del terreno esistente.
Potrebbe formarsi della condensa superficiale perché c’è un punto più freddo, perché la soletta è fredda, perché il terreno è freddo, quindi l’isolazione verso anche la parte sottostante sicuramente è molto consigliabile e può risolvere il problema.
Abbiamo 36 cm di dislivello. La quota del terreno è più alta di quella del corrente inferiore in legno. La parete quindi è troppo bassa e allora dobbiamo lavorare contemporaneamente sul progetto delle quote e della sistemazione esterna e alzare il più possibile la quota della parete. Ovviamente rispettando quelle che sono le regole e le normative nazionali e internazionali, quindi barriere architettoniche, antincendio, ecc.
Quindi in conclusione, le strategie di progetto da adottare sono:
- progettare prima la sistemazione esterna;
- verifica delle quote del terreno intorno;
- decidere i materiali per l’esterno;
- adeguare il progetto all’attacco a terra e non viceversa, nel rispetto delle priorità del legno.
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Manuale delle Costruzioni in Legno
Questo manuale si pone l’obiettivo di diventare il riferimento per i progettisti sui principi e sulle regole di una costruzione in legno. L’opera affronta a tutto tondo il settore della progettazione di edifici in legno, analizzando temi quali: la sostenibilità e l’efficienza del materiale, il comportamento antincendio e in situazioni di umidità ambientale, la leggerezza del materiale e il suo comportamento in zona sismica e nel settore dei risanamenti energetici. Viene analizzato il tema della prefabbricazione come elemento fondante del percorso progettuale, valutandone i benefici indiscutibili. Attraverso esempi concreti di edifici realizzati si affrontano i principali sistemi costruttivi in legno, dai massicci ai leggeri, approfondendo il tema della flessibilità costruttiva e progettuale del materiale. Il libro tratta a livello approfondito i temi progettuali (dal preliminare all’esecutivo) con particolare riferimenti ai nodi principali (attacco a terra, nodo parete, parete-solaio, parete-serramento, parete-tetto) a quelli avanzati (sopraelevazioni, cappotto termico, ecc.). Numerosi casi di studio supportano a livello operativo il lettore, mostrando nella pratica le procedure e le strategie progettuali per realizzare edifici in legno energeticamente efficienti, duraturi e sicuri da un punto di vista sismico e strutturale. Paolo De Martin
Architetto esperto di progettazione in legno, consulente energetico per l’Agenzia CasaClima dal 2002. Svolge per conto dell’Agenzia CasaClima e altri enti attività di formazione tecnica a convegni, seminari e fiere di settore in ambito nazionale e internazionale sul tema della progettazione energeticamente efficiente e sul risanamento dell’esistente.
Paolo De Martin | 2022 Maggioli Editore
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Foto:iStock.com/jnnault