Dopo mesi di attesa l’Assegno unico per famiglie con figli è legge, e la novità rispetto agli assegni familiari è che sarà destinato anche ai lavoratori autonomi a partita Iva e non solo ai dipendenti. L’ok definitivo dall’Aula del Senato è arrivato ieri, 30 marzo 2021, praticamente all’unanimità: 227 sì, nessun no e 4 astenuti.
L’erogazione dell’Assegno Unico figli partirà dal 1° luglio 2021 per le famiglie con figli fino a 21 anni a carico. Il nuovo strumento di sostegno alle famiglie va ad assorbire, e quindi a sostituire, la pluralità di interventi esistenti finora (incluse le relative detrazioni) ed è rivolto a una più ampia platea di beneficiari, tra cui appunto i lavoratori autonomi titolari di partita IVA, gli incapienti, e i figli maggiorenni che studiano o seguono percorsi di formazione professionale o inserimento al lavoro: per questo è stato definito Assegno Unico Universale.
Assegno Unico Universale, come funziona
La misura consiste in un contributo mensile, con un importo di circa 250 euro mensili, fruibile anche come credito d’imposta. L’ammontare esatto dell’assegno sarà modulato sulla base della condizione economica del nucleo familiare, individuata dall’indicatore della situazione economica equivalente ISEE, e sulla base del numero di figli e l’eventuale presenza di disabilità.
L’assegno mensile è riconosciuto mensilmente:
- per ciascun figlio minorenne a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza (per i figli successivi al secondo all’importo dell’assegno viene applicata una maggiorazione).
- per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento del ventunesimo anno di età, in caso di frequenza di un percorso di formazione scolastica o professionale, un corso di laurea, un tirocinio o un’attività lavorativa limitata con reddito complessivo inferiore a un determinato importo annuale (purché registrato come disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro o in corso di svolgimento del servizio civile universale). In questo caso, su richiesta, l’importo può essere corrisposto direttamente al figlio, “al fine di favorirne l’autonomia”.
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È previsto inoltre il riconoscimento dell’assegno unico mensile:
- di importo maggiorato a favore delle madri di età inferiore a 21 anni;
- di importo maggiorato (in misura non inferiore al 30% e non superiore al 50%) per ciascun figlio con disabilità;
- senza maggiorazione, anche dopo il compimento del ventunesimo anno di età, qualora il figlio con disabilità risulti ancora a carico.
L’assegno verrà ripartito in pari misura tra i genitori o assegnato a chi esercita la responsabilità̀ genitoriale. In caso di separazione legale ed effettiva o di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, in mancanza di accordo l’assegno spetta al genitore affidatario.
Si segnala anche che l’assegno è compatibile con la fruizione di eventuali altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate dalle regioni.
Assegno Unico anche per autonomi, i requisiti
L’Assegno Unico famigliare sarà quindi destinato:
- alle famiglie con lavoratori dipendenti
- alle famiglie con lavoratori autonomi
- alle famiglie con disoccupati e incapienti
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Il richiedente l’assegno unico familiare deve:
- essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale;
- essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
- essere residente e domiciliato con i figli a carico in Italia per la durata del beneficio;
Misure che saranno assorbite dall’Assegno Unico
Come anticipato, l’erogazione dell’assegno unico porta con sé il graduale superamento o la totale soppressione delle seguenti misure:
- assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori;
- assegno di natalità (il cosiddetto Bonus Bebè);
- premio alla nascita (il cosiddetto Bonus Mamma da 800 euro);
- fondo di sostegno alla natalità;
- detrazioni fiscali ex TUIR;
- assegno per il nucleo familiare.
Per finanziare questa riforma la Legge di Bilancio 2021 ha stanziato i primi 3 miliardi (che aumenteranno a 5-6 a partire dal 2022), che si sommano ai circa 15 attualmente dedicati agli strumenti in dismissione.
A stabilire tutti i dettagli saranno ora i decreti attuativi, su cui il Ministero della Famiglia, insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze, è già al lavoro.
(notizia in aggiornamento)
Legge di Bilancio 2021
Antonella Donati, 2021, Maggioli Editore
Il commento di tutte le novità della Legge di Bilancio 2021 – Legge del 30.12.2020 n. 178 pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 30.12.2020 n. 322 – Suppl. Ordinario n. 46. Nell’ebook in pdf di 58 pagine, la panoramica delle principali novità comma per comma: crediti d’imposta per…
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