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11 Febbraio 2022

Anticalpestio a bassa frequenza: quale sistema utilizzare per attenuare i rumori

isolamento acustico basse frequenze

Con il tipico trattamento anticalpestio, in cui un materassino anticalpestio viene steso sotto il massetto di pavimento, si ottiene il rispetto dei limiti legislativi ma è ancora possibile udire i passi del vicino, assimilabili a tonfi sordi di quando si corre sui talloni dei piedi.

Le basse frequenze non vengono “attenuate” più di tanto dai tradizionali sistemi anticalpestio.

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Vediamo una modalità di intervento particolare, riportando anche i risultati di misure in opera che saranno apprezzati da chi si occupa di acustica, descritta nel volume Difetti nella progettazione acustica degli Edifici di Renzo Sonzogni, edito da Maggioli Editore.

Esistono soluzioni d’avanguardia, poco conosciute, che permettono di non sentire assolutamente il calpestio o le pallonate del pallone da basket che percuotono il pavimento del piano sovrastante. Si tratta di sistemi denominati “a bassa frequenza di risonanza”.

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L’uso di elementi puntuali

Questi sistemi sono realizzati utilizzando come supporto elastico degli elementi puntuali anziché dei materassini stesi su tutta l’area del pavimento.

Sopra i supporti puntuali sono realizzati i massetti di pavimento direttamente gettati su pannelli che fungono da cassero a perdere, normalmente in pannelli di legno OSB o lamiera grecata, come visibili nella immagine seguente. Tra i supporti puntuali viene inserito del materiale fibroso fonoassorbente per limitare l’effetto “cassa di risonanza”.

Fig.1_Massetti di pavimento direttamente gettati su pannelli che fungono da cassero a perdere, normalmente in pannelli di legno OSB (immagine A) o lamiera grecata (immagine B), posizionati sopra i supporti puntuali ©Renzo Sonzogni

Cosa differenzia il comportamento di un sistema a bassa frequenza rispetto ai più comuni e commerciali sistemi anticalpestio? Semplicemente la frequenza di risonanza (a cui il sistema anticalpestio vibra in modo più elevato) viene progettata per spostarsi a sinistra, a frequenze inferiori possibilmente al campo dell’udibile.

In tal modo il sistema inizia ad attenuare la trasmissione della vibrazione già a frequenze basse, dove l’orecchio umano “sente meno”. In tal modo la vibrazione in ingresso al solaio viene ridotta “quasi alla sorgente” e di conseguenza ne arriva meno nei locali riceventi.

Nella Fig.2 un esempio schematico di cosa accade. Con il sistema anticalpestio “S1”, assimilabile ad un normale sistema anticalpestio, l’attenuazione inizierebbe a circa 100 Hz, migliorando nel salire con la frequenza. Il risultato di “legge” sarebbe adeguato, ma rimarrebbero percepibili le frequenze basse. Per migliorare il comportamento acustico occorrerebbe creare un sistema con una molla più morbida e/o con una massa più elevata. Il tutto sposterebbe la frequenza naturale del sistema verso sinistra e l’attenuazione inizierebbe già a frequenze inferiori rispetto al sistema “S1”. Inizierebbero quindi ad essere attenuate frequenze già nel campo dell’udibile, anche basse, oltre ad essere percepibile un miglioramento ulteriore alle medio-alte frequenze.

Fig.2_Rappresentazione schematica ©Renzo Sonzogni

Nella Fig.3 alcune fotografie della posa: nella fotografia “A” sono visibili i supporti puntuali e il materiale fonoassorbente tra gli stessi, nella fotografia “B” è visibile sulla muratura verticale la fascia per la disgiunzione perimetrale di tutti gli strati appoggiati ai supporti antivibranti (fino al pavimento) e il pannello in legno OSB che funge da cassero a perdere, nella fotografica “C” il getto del massetto, nella fotografia “D” il controsoffitto fonoisolante che riveste anche le travi portanti. Tutti gli impianti sono posizionati al di sotto del controsoffitto fonoisolante senza alcun attraversamento dello stesso.

Fig.3_Posa del sistema ©Renzo Sonzogni

I risultati normalizzati degli indici di calpestio L’n,w e L’nT,w misurati in opera sono riportati nel grafico di Fig.4. Nello stesso grafico sono anche rappresentati i livelli L’n e L’n,T del medesimo solaio strutturale con identica stratigrafia all’intradosso ma dotato, in sostituzione del sistema anticalpestio su supporti puntuali, di un tradizionale materassino anticalpestio in polietilene espanso da 10 mm (rigidità dinamica s’=10 MN/m3), steso in continuo tra il sottofondo alleggerito – di spessore maggiorato per compensare la quota dei supporti puntuali e dei pannelli in OSB mancanti – e il massetto, identico al precedente, ma con pavimento in piastrelle.

Fig.4_©Renzo Sonzogni

Il confronto grafico tra le due stratigrafie descritte, entrambe molto performanti, evidenzia come il sistema anticalpestio su supporti puntuali, rispetto al tradizionale materassino continuo, determini migliori prestazioni di isolamento al rumore trasmesso per via solida a tutte le frequenze (50 ÷ 5000 Hz). Tale risultato consegue da una traslazione verso sinistra – ovvero verso le basse frequenze – della curva di attenuazione del sistema massa-molla, come ben evidenziato dal grafico.

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Analizzando, inoltre, i livelli medi di pressione sonora di calpestio e del rumore di fondo rilevati si evince che, con il sistema anticalpestio su supporti puntuali, il generatore di calpestio (la macchina che genera dei colpi sul pavimento per poter misurare l’efficacia dei sistemi anticalpestio) non risulta udibile quando attivo, come visibile in Fig.5.

Nel grafico sono evidenziati, con linea tratteggiata di colore verde, il livello di pressione sonora del rumore di fondo (macchina da calpestio ferma) e, con le curve di colore blu e rosso, i livelli medi di pressione sonora rilevati negli ambienti riceventi con generatore di calpestio in funzione, rispettivamente per il solaio con supporti puntuali e con materassino tradizionale. Con linea tratteggiata sottile, sono inoltre riportate le curve isofoniche fino a quella minima che rappresenta la soglia di udibilità – denominata MAF (Minimum Audible Field – isofonica minima).

Fig.5_©Renzo Sonzogni

Nel caso del sistema anticalpestio a bassa frequenza di risonanza, realizzato mediante supporti antivibranti puntuali, il grafico evidenzia livelli di pressione sonora immessi nell’ambiente ricevente (con generatore di calpestio attivo) leggermente superiori al rumore di fondo – peraltro molto basso! – solo da 50 Hz a 400 Hz mentre, alle frequenze superiori, le curve di livello medio immesso e di fondo praticamente coincidono. Allo stesso tempo, fino a 1250 Hz non risulta percepibile alcun tipo di rumore in quanto i livelli rilevati sono inferiori alla soglia di udibilità (solo la sensibilità microfonica del fonometro permette di rilevarli).

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Conclusioni

In definitiva, in un ambiente già molto silenzioso, il rumore del generatore di calpestio non risulta affatto percepibile ad alcuna frequenza con il sistema a supporti puntuali a bassa frequenza di risonanza.

Sperando di aver incuriosito il lettore, rimandiamo al testo integrale contenuto in Difetti nella progettazione acustica degli edifici per eventuali approfondimenti.

Articolo a cura dell’Ing. Renzo Sonzogni

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Foto:iStock.com/AndreyPopov

Fonte: EdilTecnico

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