Dopo lo stop alle caldaie a gas dal 2029 è in arrivo un’altra stretta. La revisione del Regolamento europeo sugli F-Gas metterebbe in discussione il mercato dei condizionatori, ma non solo, anche quello delle apparecchiature di refrigerazione, di protezione antincendio, in pompe di calore, schiume e aerosol.
I gas fluorurati ad effetto serra, che includono idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC), esafluoruro di zolfo e trifluoruro di azoto, sono gas a effetto serra artificiali (GHG) ad elevata pericolosità per il riscaldamento globale e vengono utilizzati per le apparecchiature sopra citate.
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Lo scorso 31 marzo il Parlamento europeo ha votato a favore della revisione del Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui gas fluorurati a effetto serra, che modifica la direttiva (UE) 2019/1937 e che abroga il regolamento (UE) n. 517/2014.
Vediamo quali sono gli scenari futuri per questo tipo di apparecchiature e cosa ne pensano i costruttori di sistemi di climatizzazione.
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Le alternative
La tendenza futura è quella di una riduzione graduale degli idrofluorocarburi (HFC) sul mercato UE a partire dal 2039, con l’eliminazione completa del loro consumo e produzione entro il 2050.
Tra le alternative c’è il propano. La proposta dell’UE prevede specifiche date per la graduale eliminazione dei gas fluorurati in settori in cui è tecnologicamente ed economicamente fattibile passare ad alternative, come per la produzione di apparecchiature di refrigerazione e di condizionamento d’aria, pompe di calore e quadri elettrici.
Inoltre, l’intenzione è quella di migliorare il monitoraggio del commercio illegale di gas fluorurati sia meglio sorvegliato, consentendo alle autorità doganali di sequestrare e confiscare i gas fluorurati a effetto serra importati o esportati in violazione del regolamento e in linea con la direttiva sulla criminalità ambientale.
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Assoclima: ok ai refrigeranti naturali ma l’installazione sarà più difficoltosa e costosa
Luca Binaghi, presidente di Assoclima, ha così commentato l’arrivo della stretta sui condizionatori: “La posizione di Assoclima è quella di supportare la transizione ai refrigeranti naturali, ove possibile, e di utilizzare altresì tutto il portafoglio dei refrigeranti disponibili, coerentemente con le necessità di applicazione sia nelle abitazioni che in tutti gli altri contesti quali ospedali, uffici, teatri ecc., e sostenere l’obiettivo di riduzione della CO2 considerando il tema nella sua interezza. Il nuovo Regolamento F-Gas è ora nella fase procedimentale di Trilogo, tra Commissione, Parlamento e Consiglio europeo. Il nostro obiettivo è sensibilizzare le Istituzioni – Governo e Ministero dell’Ambiente in primis – affinché tutelino l’industria della climatizzazione, considerata un’eccellenza a livello internazionale, e si attivino per sostenere a tutti i livelli le modifiche al testo proposte dall’industria.
Una regolamentazione che vieti completamente l’utilizzo di refrigeranti sintetici come proposto dal Parlamento europeo renderebbe in alcuni casi impossibile e in generale più difficoltosa e costosa l’installazione di un impianto di climatizzazione. È necessario un approccio differenziato ai divieti, che contempli le necessarie tutele della sicurezza per i cittadini e gli operatori nell’adottare le nuove tecnologie proposte dall’impianto normativo. E sappiamo per esperienza che gli adeguamenti normativi in materia di sicurezza possono richiedere diversi anni! Siamo ovviamente disponibili a collaborare con le parti interessate nazionali per affrontare la tematica e superare i possibili ostacoli all’introduzione dei nuovi refrigeranti”.
Binaghi ha poi aggiunto: “Come Associazione stiamo dialogando fin dall’inizio del processo con i Ministeri competenti riguardo alla proposta di revisione al Regolamento. La nostra industria ha portato avanti proposte concrete e realistiche, in particolare in merito alla riduzione progressiva delle quote di fluidi sintetici HFC utilizzati nelle nostre apparecchiature e la rimodulazione di alcuni divieti: l’esperienza maturata con il Regolamento F-Gas attualmente in vigore ha evidenziato come il meccanismo del phase-down abbia consentito la giusta flessibilità all’industria della climatizzazione per adeguarsi per tempo alle restrizioni, selezionando di volta in volta per ciascuna applicazione il refrigerante più adatto in termini di efficienza, sicurezza e impatto ambientale.”
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