Il Censis – Centro Studi Investimenti Sociali – ha presentato uno studio realizzato in collaborazione con Harley&Dikkinson e la Filiera delle Costruzioni attraverso il quale mostra gli effetti economici, fiscali, occupazionali e in termini di efficienza energetica e sostenibilità ambientale del Superbonus.
Dallo studio è emerso che i 55 miliardi di euro (dato ENEA sul periodo compreso tra agosto 2020 e ottobre 2022), investiti fino ad ora per il 110 Ecobonus, hanno generato un valore della produzione totale pari a circa 115 miliardi di euro e scosso il mondo del lavoro impiegando 900 mila unità di lavoro dirette e indirette.
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Lo studio è stato presentato da Andrea Toma, responsabile dell’area Economia, Lavoro e Territorio del Censis, e discusso da Ilaria Bertini, Direttrice del Dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’Enea, Stefano Betti, Vicepresidente Ance, Stefano Crestini, Presidente Anaepa Confartigianato Edilizia, Alessandro Ponti, Amministratore Delegato Harley&Dikkinson, Enzo Ponzio, Presidente Nazionale Cna Costruzioni, Marco Ribaldone, Presidente Assocond-Conafi, Armando Zambrano, Presidente Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Massimiliano Valerii, Direttore Generale Censis, con Maurizio Leo, Viceministro dell’Economia e delle Finanze.
Tuttavia, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che “salvo il pregresso, lo Stato non può continuare a garantire il ritmo del credito d’imposta attuale. Bisogna capire se da parte del sistema bancario arriva una opportuna proposta”.
Ma andiamo per gradi, analizzando nel dettaglio i singoli effetti presentati nello studio Censis e quali sono le osservazioni del Governo sulla misura.
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Gli effetti fiscali e l’uso appropriato di risorse
Il Super Ecobonus ha attivato una produzione consistente per via degli effetti moltiplicativi sul sistema economico, il gettito fiscale derivante da tale produzione aggiuntiva si stima possa ripagare circa il 70% della spesa a carico dello Stato per le opere di efficientamento sugli edifici.
Censis fa un esempio per far capire meglio l’incidenza sui costi allo Stato: 100 euro di spesa Superbonus costerebbero allo Stato 30 euro, ridimensionando in questo modo il valore reale del disavanzo generato dall’incentivo.
Nel rapporto viene anche toccato l’aspetto dell’uso appropriato delle risorse, si legge: che su 38,4 miliardi di euro di crediti ceduti per l’insieme degli interventi nella categoria dei bonus edilizia, sono state individuate frodi accertate o sospette per circa 4,4 miliardi di euro. Di queste, a fine 2021, solo il 3% è riconducibile a interventi Superbonus, l’8% al Sismabonus, il 34% all’Ecobonus. Più considerevole la quota relativa al Bonus Facciate, 46%.
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Gli effetti occupazionali
Con lo studio viene rilevato che l’impatto occupazionale del 110 per l’intero periodo agosto 2020-ottobre 2022 sia stato pari a 900 mila unità di lavoro, tra dirette e indirette. Viene poi segnalato il dato particolarmente rilevante, circa l’impatto del solo periodo compreso tra gennaio e ottobre 2022, in cui si stima che i lavori di efficientamento energetico degli edifici abbiano attivato 411 mila occupati diretti (nel settore edile, dei servizi tecnici e dell’indotto) e altre 225 mila unità indirette.
Nel 2021 il valore aggiunto delle costruzioni è aumentato del 21,3% rispetto all’anno precedente. Nel Mezzogiorno la crescita è stata pari al 25,9% e nel Nord-Ovest al 22,8%. Più contenuta al Centro (16,3%) e nel Nord-Est (18,5%).
Censis sottolinea che gli interventi nel campo edilizio presentano effetti positivi sull’occupazione, in particolare per le piccole e medie imprese, ma anche nella decarbonizzazione dell’economia.
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Effetti sull’efficienza energetica e sostenibilità ambientale
Gli effetti in termini di risparmio energetico realizzabile è da considerarsi il principale, se non il fondamentale, parametro di cui tenere conto per discutere dell’efficacia di tale misura.
Il Censis fornisce una stima sul risparmio energetico che si può ottenere su una spesa di 55 miliardi di euro, il dato che si ottiene è quello di 11.700 Gwh/anno, che corrispondono a 1,1 miliardi di metri cubi di gas, pari al 40% del risparmio energetico che il Piano emergenziale di riduzione dei consumi del settore domestico si prefigge di realizzare nell’autunno-inverno 2022-2023 (2,7 miliardi di metri cubi di gas).
Inoltre, in termini di riduzione emissioni CO2, con il Superbonus si stimano 1,4 milioni di tonnellate di mancate emissioni.
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Lo Stato non può continuare a garantire il ritmo del credito d’imposta attuale
Per Giorgetti: “lo Stato non può continuare a garantire il ritmo del credito d’imposta attuale. Bisogna capire se da parte del sistema bancario arriva una opportuna proposta”.
Il viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, ha poi dichiarato che di certo c’è stato un effetto positivo per l’economia, ma ci sono state anche delle disfunzioni che hanno interessato in particolare il Bonus Facciate dove non c’erano quei controlli puntuali che hanno generato un passaggio di questi crediti al sistema bancario e la conseguenza è che si sono generate ingenti masse sui cassetti fiscali che non possono sfociare in un utilizzo, creando così un’irrigidimento del sistema.
>> Scarica il rapporto Censis Superbonus novembre 2022 <<
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